Ad agosto, è esplosa sul web (postata dalla pagina Trans Army) una polemica circa una vignetta rappresentante una ragazza coi capelli lunghi, la coda, una felpa, un paio di jeans e scarpe da tennis, accanto a un ragazzo in gonna. Lo slogan diceva: “Se non ti offende la prima, perché ti offende il secondo?” La vignetta tocca un tema molto presente nelle rivendicazioni LGBT di origine biologica “xy”,ovvero che sia molto più difficile essere “femminile xy” piuttosto che essere “maschile xx”.
Ogni volta che sento questo discorso, lo contraddico in modo deciso e voglio esporre le motivazioni una per una, perché questa visione, senza malafede, ignora davvero le implicazioni del vivere essendo xx e senza alcun interesse a scendere a compromessi con ciò che la società pretende o si aspetta se lo sei.
1) Vestire con ciò
che è stato “naturalizzato” come unisex non è “vestire da uomo”
Sarebbe
errato, nel 2020, dire che una felpa, un paio di jeans e scarpe da tennis sono
“da uomo”. I reparti femminili sono pieni di felpe, jeans, scarpe tennis e lo
erano anche quando ero piccolo, negli anni ‘80. Questi abiti sono molto
simili (ma non uguali) agli stessi capi commercializzati per gli uomini. Questo
non impedisce alle donne di avventurarsi nel reparto da uomo e prendere proprio
quelli “per l’uomo”, anche se questo ha spesso conseguenze, come la commessa
che invita la persona ad andare dall’altra parte, se sta cercando “per sé”.
Allo stesso modo, ci sono abiti ed accessori (nati per ragazze e donne), di
meno, in verità, che sono stati naturalizzati per i ragazzi, o che,
comunque, sono stati sdoganati almeno per una stagione della moda: ad esempio,
la fascia per capelli, il cerchietto da calciatore, maglie scollate, jeans
aderenti e a vita bassa con mutande in vista, orecchini anche su entrambi i lati,
depilazioni, manicure, le mêches e così via. Quindi, il punto non è se qualcosa
sia “da uomo” o “da donna” e non è neanche chi viene giudicato di più: il
punto è se quel capo o accessorio, in quel momento, sia “accettabile” o meno
per quel determinato sesso biologico...
Nathan
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