giovedì 25 marzo 2021

Social Inquisitio: la censura ai tempi dei social media

 Il piacere ai tempi della censura mediatica

I sistemi dittatoriali si sono da sempre scagliati contro il godimento sessuale, condannandone ogni forma come depravazione e minaccia all’integrità morale di una nazione. Oggi, in Italia, non siamo sotto una dittatura; eppure, il piacere e il sesso vengono continuamente censurati

Censura sui social


La nascita della figura del Censore


La figura del Censore fu istituita nel 443 a.C. sulla base di una proposta presentata al Senato, per ovviare al problema sempre più pressante, del ritardo con cui venivano tenuti i censimenti

Ecco come lo ricorda lo storico Tito Livio: «La censura si era resa necessaria non solo perché non si poteva più rimandare il censimento che da anni non veniva più fatto, ma anche perché i consoli, incalzati dall'incombere di tante guerre, non avevano il tempo per dedicarsi a questo ufficio. Fu presentata in senato una proposta: l'operazione, laboriosa e poco pertinente ai consoli, richiedeva una magistratura apposita, alla quale affidare i compiti di cancelleria e la custodia dei registri e che doveva stabilire le modalità del censimento.» (Tito Livio, Ab urbe condita, IV, 8). 

I censori si occupavano principalmente del censimento della popolazione, della cura morum (cioè della sorveglianza sui comportamenti individuali e collettivi) e della lectio senatus (cioè la facoltà di decretare i candidati alla carica senatoriale ed eliminarne altri). 

Con il declino e la caduta della Repubblica romana, la carica prima cadde in disuso, poi venne assunta direttamente dagli imperatori; infine, sotto Augusto, venne ripristinata.

Con la nota censoria, si punivano infrazioni nell'ambito della disciplina militare, gli abusi dei magistrati nei loro ruoli, gli eccessi nel lusso, ecc. Coloro che erano colpiti da tale provvedimento venivano espulsi dall'ordine dei senatori e dei cavalieri e potevano anche essere privati dei diritti politici, cioè di voto e di eleggibilità.



Dal Censore alla censura


L’istituto romano subì poi un’estensione semantica, cosicché, oggi, il riferimento al censimento si è completamente perso, per lasciare in primo e unico piano il significato di controllo/repressione...


Mario Bonfanti



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giovedì 18 marzo 2021

Quelle come me

 Per quelle come me,

Splendori e miserie di madame royale
Da: Shivaproduzioni.com

la notte ha mille se…

se c’è o se non c’è,

si va o non si va?

… e se si va, però,

non si sa mai con chi!


Così canta Ada Mori, interpretando un brano di Fiorenzo Carpi: Quelle come me. La chiave d’interpretazione è l’inserimento della canzone nella colonna sonora di Splendori e miserie di Madame Royale (1970; regia di Vittorio Caprioli). “Madame Royale” è il nome assunto dall’attempato omosessuale Alessio Pandora (Ugo Tognazzi), quando può manifestare la propria personalità vestendosi da nobile settecentesca alle feste che organizza in casa. Insomma, “quelle come lei” sono coloro che la società condanna come “checche”, “invertiti” o “effeminati”. Coloro che - vestiti da donna o meno - sognano l’uomo della propria vita, cercandolo nottetempo in battuage pieni di promesse… ma anche di pericoli. Proprio un incontro notturno costerà ad Alessio tutta la propria esistenza [...]

Splendori e miserie di Madame Royale è una pellicola contestata, ma nondimeno storica e coraggiosa per l’epoca. Tanto da aver meritato un saggio a essa dedicato: Quelle come me. La storia di “Splendori e miserie” di Madame Royale (Varazze 2020, PM Edizioni). L’hanno firmato due nomi significativi della storiografia LGBT: Andrea Meroni e Luca Locati Luciani. La prefazione è di Vieri Razzini e il volume ha visto la collaborazione di Giovanbattista Brambilla. Contiene interviste con Franca Valeri, Ricky Tognazzi, Pier Luigi Pizzi e altri...

Erica Gazzoldi




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giovedì 11 marzo 2021

Esce "Il Simposio - Quell* come noi"

 Essere o non essere LGBT? Questo è il problema. Nel senso che, oggigiorno, comprendere chi sia “dentro” o “fuori” la comunità arcobaleno non è d’immediata comprensione. Si moltiplica la tanto contestata varietà di termini, inglesi e non: non binary, genderqueer, genderfluid, asessuali, aromantici, intersessuali… 

Il Simposio lgbt Quell* come noi

È anche alquanto naturale che sia così. La comunità LGBT, come mostra la sua bandiera, è un arcobaleno: un insieme di diversi colori. Oltretutto, una volta scoperchiato il vaso della “diversità sessuale”, è stato impossibile richiudere nell’oblio le varie sfumature dell’orientamento erotico-affettivo e dell’identità di genere.

Abbiamo perciò preso spunto (ritoccandolo ad hoc) dal titolo di un recente saggio di due storici del mondo LGBT, Luca Locati Luciani e Andrea Meroni: Quelle come me. La storia di “Splendori e miserie” di Madame Royale (Varazze 2020, PM Edizioni).

Chi sono quell* come noi? 

Sono quell* che hanno trascorso “adolescenze segrete” d’innamoramenti non eteronormativi, spesso perdendosi successivamente di vista. Sono quell* il cui eros può trovarsi censurato sui social, o che hanno bisogno di libri di preghiere appositi per poter esprimere la propria fede in religioni come l’Ebraismo. Sono quell* che, come le donne lesbiche americane, hanno bisogno di creare e sperimentare “il proprio mondo” all’interno di bar e di luoghi d’incontro appositi. 

Il tutto distinguendosi dai frequentatori di altri “ghetti sessuali”, come “incel” e “redpillati”: questo numero dedica un’analisi anche ai loro movimenti.

La novità più significativa, però, è la nostra rubrica di poesia.

Benvenut* fra noi!


Il Simposio - Quell* come noi è disponibile su Amazon nei formati Kindle e cartaceo.