lunedì 23 luglio 2018

Il Simposio LGBT: L'essenziale è invisibile agli occhi

il simposio lgbt copertina luglio 2018“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Questo è il celebre segreto che la volpe confida al Piccolo Principe, dopo che lui l’ha “addomesticata”: ovvero, ha saputo costruire con pazienza un legame. Questa capacità permette di rendere unica una volpe fra centomila volpi, una rosa fra centomila rose… Perché rivela l’essenza di una persona, quella che non può essere riprodotta sotto forma di maschere e stereotipi.
Abbiamo scelto questa citazione, perché l’Invisibile è il tema che unisce più o meno tutto questo numero de Il Simposio. È ben presente l’ “invisibilità” sociale dell’identità di genere, quando non supportata da un aspetto fisico corrispondente alle aspettative. A essa, fa da contraltare la sempre maggiore volontà di visibilità da parte di persone transgender anche non medicalizzate. Perché, se non si apre la bocca per notificare la propria esistenza, non possono nemmeno aprirsi il cuore e la società per accoglierla. 
L’Invisibile è anche spirituale e religioso: torna così la questione di Sodoma e Gomorra, insieme a quella dell’alterità. Utilizzeremo la narrativa fantasy per mostrare cosa significhi portare dentro di sé un’identità che il corpo vorrebbe esprimere, trasformandosi. Un autorevole intervento illustra la situazione di bambini e adolescenti transgender. 
Poi, grazie a un film, rifletteremo sul conflitto fra la verità dei sentimenti e dettami di un’ideologia, peraltro abbracciata volontariamente. 
Prima di tutto questo, però, menzioneremo una “presenza invisibile” preziosa: quella di Corry Scifo, che ha abbandonato il mondo fisico - ma mai il sorriso, a dispetto di tutto.


Il Simposio LGBT - L'essenziale è invisibile agli occhi è disponibile come Kindle e come paperback. Chi comprerà la versione cartacea potrà avere anche quella Kindle in omaggio.

mercoledì 18 luglio 2018

"Sodomia e onanismo: storia di due fraintendimenti" di Enrico Proserpio

john martin the destruction of sodom and gomorrah
John Martin, The Destruction of Sodom and Gomorrah (1852)
L'interpretazione delle Sacre Scritture non è cosa semplice e dà spesso adito a diatribe sul reale significato di un passo o di un versetto. Anche il metodo interpretativo, il modo con cui si guarda al testo, è cambiato molto di epoca in epoca: dall'interpretazione letterale si è passati a quella simbolica e allegorica e, infine, all'approccio storicistico. Proprio perché nulla è certo nell'interpretazione delle Scritture, credo sia opportuno ripassare i brani che, in qualche modo, influenzano la morale riguardo le tematiche LGBTQIA. Che si sia o meno credenti, la morale, cristiana in generale e cattolico-romana in particolare, influenza la nostra vita e ci nega diritti e dignità. Ecco perché ritengo utile per tutti una riflessione sul messaggio biblico riguardo la morale. Solo così potremo combattere il pregiudizio di certi credenti con i loro stessi mezzi, sul loro stesso campo di battaglia. Al pregiudizio non bisogna dare tregua. Va sconfitto e stanato ovunque si annidi.
Buona lettura. 

Sodomia

Per “sodomia” si intende l'atto di penetrazione anale. Spesso, tale termine viene usato come sinonimo di “omosessualità” o di “sesso omosessuale”, soprattutto con riferimento all'omosessualità maschile. Si tratta di un uso errato. Anche le coppie eterosessuali possono compiere sodomia.
Il termine viene dalla Bibbia, in particolare dal Genesi, dove si narra l'episodio della distruzione della città di Sodoma:

I due angeli arrivarono a Sodoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sodoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada.» Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza.» Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!» ...

Padre Enrico Proserpio

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mercoledì 11 luglio 2018

"Certificare l'orientamento sessuale" di Raffaele Yona Ladu

Qui conglobo concetti espressi da me in diversi, articoli, sia per il mio blog personale che per il blog di Lieviti (che, allora, era un circolo ARCI, ed ora è un circolo tematico Arcigay dipendente dal circolo territoriale di Verona). 

Il problema è stato posto per la prima volta da Giovanni Dall’Orto, il quale riteneva opportuno distinguere i “veri” bisessuali dai “falsi” bisessuali: questi ultimi screditerebbero i primi, in quanto si tratterebbe (li descrivo col mio linguaggio, non con il suo) o di giovanotti che, per timidezza, fanno il “coming-out a rate” (ovvero, prima sondano il terreno affermando di essere bisessuali, e poi ammettono di essere gay); o di uomini che continuano ad essere sposati con una donna ed hanno (spesso all’insaputa di lei) rapporti con uomini o persone non binarie.
bisessualitàAmmetto che i “coming-out a rate” sono parecchio fastidiosi, perché danno argomenti a chi sostiene che “la bisessualità è una fase” e che “bi oggi, gay domani” – ma che Lieviti od un’altra associazione si mettano a “certificare” l’orientamento bisessuale di una persona, mi pare sbagliato per tutti i motivi che spiegherò. Quello che occorre fare è, da una parte, spiegare che la bisessualità non è il vestibolo dell’armadio, in cui restare finché non si ha il coraggio di uscire alla luce del sole; dall’altra, e soprattutto, lottare contro l’omofobia, così che nessuno senta più il bisogno di fare il “coming-out a rate”.
Per quanto riguarda gli uomini che sono sposati con una donna ed hanno avventure con uomini, sono situazioni abbastanza delicate; nel caso più favorevole, sono uomini davvero bisessuali e poliamorosi, che amano la moglie, ed i rapporti con le altre persone (uomini, donne, persone non binarie) sono intrattenuti col consenso di lei, in un contesto di regole che proteggano emotivamente e sanitariamente il loro matrimonio.
In un caso meno favorevole, sono uomini gay che hanno sposato una donna che non vogliono lasciare (per motivi che vanno dall’amore – in America, sono chiamati “one woman short of gay” = sarebbe gay, se non fosse per quella donna” – al calcolo; non conoscendo le singole coppie, devo pensare al caso più favorevole), ma che hanno concordato con lei di soddisfare con altri i desideri che non può soddisfare lei... 


Raffaele Yona Ladu

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mercoledì 4 luglio 2018

"Discriminazioni multiple ed intersezionalità" di Raffaele Yona Ladu


In campo sociale, difficilmente chi patisce una discriminazione la patisce per un motivo soltanto. Come i medici si sono resi conto che non si aiuta il paziente trattando ogni malattia separatamente, così gli attivisti sanno che non possono eliminare un solo fattore di discriminazione, per migliorare la vita delle persone. 
discriminazioni multiple

Gli intrecci tra i fattori di discriminazione sono classificati in diversi modi. Qui, ricalco la terminologia del documento [1], il cui titolo, in italiano, significa: “La discriminazione intersezionale nella legislazione UE sull’eguaglianza di genere e sulla non discriminazione”.
Il documento individua tre possibili intrecci:
·         discriminazione multipla sequenziale;
·         discriminazione multipla additiva;
·         intersezionalità.
La discriminazione multipla sequenziale è abbastanza banale: un uomo (non un maschio!) straniero non può entrare in un club riservato alle donne (non alle femmine!), e non può cercare un lavoro in cui si esiga la cittadinanza italiana. Le due discriminazioni sono indipendenti e sperimentate in momenti diversi: fanno male, ma non si rinforzano a vicenda. E (aggiungo io) è anche più facile trovare giustificazioni per esse: per esempio, il lavoro in cui si esige la cittadinanza italiana potrebbe avere a che fare con la difesa nazionale; un club riservato alle donne potrebbe occuparsi di vittime della violenza di genere.
La discriminazione multipla additiva si ha quando più fattori indipendenti agiscono nello stesso momento: il documento [1] porta ad esempio una donna omosessuale, che può essere discriminata sia perché donna che perché omosessuale. Le due discriminazioni sono contemporanee, ma, in linea di principio, separabili; come spiegherò poi, so che l’esempio è debole.
L’intersezionalità si ha quando i fattori di discriminazione perdono la loro indipendenza e creano una discriminazione completamente nuova (Kimberlé Williams Crenshaw lo chiama “svantaggio sinergico”). Prima, il documento portava ad esempio la donna omosessuale; ora, invece, la donna di colore - che subisce il sessismo, come la donna bianca, ed il razzismo, come l’uomo di colore.
La donna di colore indica, in questo caso, un individuo in fondo alla scala sociale, al quale il sessismo ed il razzismo impongono un’oppressione peculiare. La donna bianca (che non patisce il razzismo) e l’uomo di colore (che non patisce il sessismo) non si trovano allo stesso livello di lei e possono commettere discriminazioni a danno di chi gode di un potere inferiore al loro...

Raffaele Yona Ladu

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