sabato 23 marzo 2019

La seconda piaga dei no gender


Genesi 1:27 (“Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”) è un brano biblico spesso usato per dimostrare che, nel progetto divino, prima del peccato di Adamo, sessi e generi dovevano essere solo due e che, pertanto, intersessualità, fluidità di genere, transessualità sono conseguenza di quel peccato, demoniache sul piano religioso e patologiche sul piano medico. 
genesi maschio e femmina li creò

Una teologa evangelica, Megan DeFranza, autrice di Sex Difference in Christian Theology: Male, Female, and Intersex in the Image of God, e che creato il sito https://www.intersexandfaith.org/ con Lianne Simon, intersessuale, ha confutato elegantemente tale lettura.

Leggiamo Genesi 1:20-23 (le traduzioni sono della Nuova Riveduta):

20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo».
21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono.
22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra».
23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno.



Genesi 1:24-31:

24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu.
25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono.
26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».
29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento.
30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu.
31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.

Ora, facciamoci questa domandina: quando ha creato Dio le rane?
Esse sono animali anfibi, che vivono la loro vita larvale in acqua e quasi tutta quella adulta sulla terra. Secondo i versetti citati, se noi le consideriamo animali acquatici, sono state create il quinto giorno; se le consideriamo animali terrestri, il sesto giorno.
La Bibbia, da sola, non ci fa uscire dall’aporia, non ci dà la risposta. E questo non perché l’autore biblico ignorasse le rane: sono la seconda piaga d’Egitto (Esodo 8:1-14; Salmi 78:45 e 105:30).
Dobbiamo accusare l’autore biblico di negligenza? Non mi pare il caso. Più probabile è che egli non intendesse creare una tassonomia esaustiva dei viventi. Poiché le rane ci sono sì in Terra d’Israele/Palestina, ma non è facile trovarle (oggi meno di un tempo, perché gli inglesi prima e gli israeliani poi hanno bonificato diverse paludi, per eradicare la malaria ed avere nuove terre da coltivare), avrà pensato che si potessero trascurare nella sua classificazione delle creature di Dio. Sarebbe stato più grave trascurare le creature più familiari ai suoi lettori.
Lo stesso ragionamento si può applicare a Genesi 1:27. Megan DeFranza parla nel suo blog di “dimorfismo non-stretto”, in cui si citano i generi più comuni, maschile e femminile, ma non si intende negare l’esistenza o la dignità di chi esce da questa dicotomia. Il fatto che sia biblicamente impossibile stabilire se le rane siano state create il quinto o il sesto giorno non le rende animali inesistenti o demoniaci...

Raffaele Yona Ladu

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giovedì 14 marzo 2019

Misticismo BDSM. Accenni per una spiritualità sadomaso



Con questo articolo, oso addentrarmi in un tema ancora molto tabù nella nostra cultura italiana.
Se, infatti, già il parlare di spiritualità, da una parte, potrebbe creare in alcuni lettori un certo fastidio (in quanto viene immediatamente associata a una particolare adesione religiosa) e l’accennare al sadomasochismo, dall’altra suscitare pruriginosi sospetti (in quanto solletica scenari di perverse situazioni intriganti, ma proibite) il mettere insieme le due cose (addirittura nella forma di un misticismo BDSM) immagino destabilizzi i più.
Vi inviterei a stare con questo eventuale disagio e proseguire, comunque, nella lettura.


bdsm sadomaso


Premessa.
L’intento di questo breve articolo (cui probabilmente ne seguirà un secondo più approfondito e teorico) è quello di condividere alcuni tratti della mia personale esperienza BDSM e ricerca spirituale. Non ho, quindi, nessuna pretesa di esaustività con queste poche righe e tantomeno di verità. Ciò che sto per scrivere è confutabilissimo e passibile di critica, anche feroce.

Incipit
Fin da quando ero alle elementari (non so dire se anche più indietro nel tempo) sentivo un’attrazione irresistibile verso i piedi maschili ed ero affascinato da scene di schiavitù. Ricordo ancora nitidamente la miniserie televisiva Radici, specialmente i momenti in cui Kunta Kinte veniva frustato a sangue. Ero eccitatissimo (pur avendo solo 7 anni) e avevo dentro in me un fortissimo desiderio di essere io quel Kunta Kinte che veniva scarnificato a suon di nerbate. Lo stesso fascino suscitavano in me tutti quei film che rievocavano (o in cui appariva) la condizione degli schiavi nell’antico Egitto, oppure durante il periodo dell’Impero romano.



Quaestio
Se, durante l’infanzia, queste fantasie e fascinazioni non suscitavano in me nessuna domanda, arrivato il periodo pre-adolescenziale e adolescenziale presero piede interrogativi i più disparati: Perché provo queste attrazioni? Da dove provengono? È normale o c’è qualcosa che non va in me? Chi sono io nel profondo? Quale è la mia più intima natura e vocazione? Dove andare?...


Mario Bonfanti

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