lunedì 24 giugno 2019

Dialogo con i/le gender critical?


La corrente di attivismo britannico che, col suo essere “gender critical”, pratica il negazionismo dell’identità di genere, merita spazio nel dibattito o rischia solo di toglierci energie?

Un pensatore gay italiano, da circa un anno, mi ha invitato a seguire il dibattito britannico riguardante il profondo contrasto che vede a destra femministe radicali, attiviste lesbiche, gay tradizionalisti e persone T transmedicaliste (quelle che accettano i percorsi trans solo se medicalizzati), e, a sinistra, femministe intersezionali, persone pansessuali, non binary, queer e transgender . 
femminismo negazionismo di genere

Non chiamiamoli/e “TERF”

La corrente “a destra” viene chiamata “T.E.R.F” (Trans Exclusionary Radical Feminist). Ma io non sono d’accordo con la scelta di questo termine, che comunque comprende altre individualità oltre a femministe radicali, oltre a non comprendere tutte le femministe radicali. È più corretto dire gender critical “ (rispettando l’eufemismo con cui si definiscono) o negazionisti/e dell’identità di genere”.
“Trans-escludente” allude all’esclusione da precisi spazi di elaborazione culturale e incontro, interni al femminismo o rivolti al femminile.
Quello che questa corrente fa va invece molto oltre: non si limita alla pretesa (che potremmo discutere pacatamente) di non far accedere le donne T a determinati luoghi, fisici e non, ma rende “l’esclusione” universale. Tramite il negazionismo dell’identità di genere, anche la condizione T viene cancellata o ridotta ad una patologia dismorfofobia, se non ad una “banale” insofferenza agli stereotipi di genere.

“Sei una donna con un problema di transgenderismo”

Ricordate la terminologia che usava circa le persone omosessuali lo psichiatra Joseph Nicolosi?  Le persone omosessuali (in particolare gli uomini) erano da lui considerate “eterosessuali con un problema di omosessualità”: quindi, una condizione identitaria, che non riguarda solo i comportamenti eroticoaffettivi ma tutti gli ambiti della vita e della partecipazione politica, veniva ridimensionata a “problema”.
Ai tempi, a fare queste considerazioni erano i sostenitori delle teorie riparative e di una visione della vita influenzata da un integralismo religioso. Tutta la comunità LGBT era compatta nel contrastare questa visione e nel difendere l’identità omosessuale...

Nathan

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