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giovedì 3 ottobre 2019

Le persone transgender a Milano: quale prospettiva di dialogo con le istituzioni della città?




Lettera aperta alla cortese attenzione del Sindaco Beppe Sala e degli Assessori Filippo del Corno Laura Galimberti, Pierfrancesco Majorino e Cristina Tajani 


persone transgender milano


Gentilissimo Sindaco,
gentilissimi Assessori,
vogliamo anzitutto ringraziarvi per il vostro sostegno al Milano Pride - manifestazione alla quale il nostro circolo ha contribuito assieme a tante altre sigle e soggettività - che sempre più diventa evento della città tutta e non di un solo gruppo o di una categoria di persone. Abbiamo accolto con gioia quegli Assessori che hanno deciso di marciare al nostro fianco dietro lo striscione che quest’anno ha aperto la manifestazione con uno slogan significativo: “La prima volta fu rivolta!”. Nel ricordare il cinquantennale della nostra storia politica, quest’anno abbiamo voluto riconoscere l’importanza che la “T” ha avuto e ha tutt’oggi nell’acronimo “LGBTIQIA+”, ricordando che le persone transgender ebbero e hanno un ruolo fondamentale nella costruzione del nostro movimento.

Dal 2013, presso la nostra associazione, il Circolo culturale Alessandro Rizzo Lari, abbiamo avviato uno spazio denominato “Progetto Identità di Genere”, che offre supporto, orientamento e accoglienza a centinaia di persone transgender e gender non conforming a titolo del tutto gratuito e basandosi esclusivamente sul lavoro di volontari e sulle modestissime quote di tesseramento del Circolo per il pagamento degli spazi. Lavoriamo e operiamo presso la sede dello storico gruppo di cristiani omosessuali “Il Guado” in via Soperga 36.
Come realtà di persone che ogni anno segue e supporta concretamente la popolazione transgender, intendiamo avviare un dialogo con le istituzioni e con il Comune di Milano, sicuri di trovare ascolto. Riteniamo infatti che i tempi siano maturi perché Milano dialoghi istituzionalmente con quelle persone transgender che sono, prima di tutto, cittadine e cittadini...


Monica Romano – Attivista, scrittrice, candidata nel 2016 per il Consiglio Comunale a sostegno di Beppe Sala Sindaco
Circolo culturale Rizzo Lari (ex Harvey Milk)
Nathan Bonnì, Laura Caruso e Daniele Brattoli per il “Progetto Identità di Genere”

Prosegue su Il Simposio - Diamanti. Disponibile on line nella versione Kindle paperback. Chi ne ordinerà una copia cartacea riceverà quella elettronica in omaggio.



martedì 9 ottobre 2018

"Non Med: percorsi transgender non medicalizzati" di Giulia Terrosi


Domenica 8 aprile 2018, ho partecipato all’evento culturale “Non Med: percorsi transgender non
medicalizzati”. Ringrazio Nathan per avermi invitata. Ritengo sia un tema fondamentale sul percorso verso l’abbattimento di ogni discriminazione e il raggiungimento di pari diritti e pari dignità per ogni persona - e che quindi debba avere la massima diffusione. Per questo, tengo a scrivere questo pezzo con gli interventi che sono stati fatti all’evento, sperando se ne parli sempre di più.
La moderatrice era la dottoressa Monica Romano: tra le altre cose, autrice di Diurna, Storie di ragazze XY e Gender (r)evolution. 
transgender non med rizzo lari milano

Sono molto contenta di essere qui, in questa associazione, che nasce come “Circolo culturale TBGL Harvey Milk Milano” - e che, a causa della prematura e improvvisa scomparsa, nel gennaio 2017, dello storico vicepresidente Alessandro Rizzo Lari, ha deciso di dedicargli il circolo, divenendo quindi “Circolo Culturale TBIGL+ Alessandro Rizzo Lari”.
Questo è il primo evento italiano dedicato alla comunità delle persone transgender non
medicalizzate. Ricordiamo che il termine transgender è un termine ombrello che raccoglie tutte le identità ed espressioni di genere non conformi al sesso biologico. Storicamente, la comunità transgender è sempre stata divisa tra “trans operate” e “trans non operate”, rifacendosi sempre alla norma sociale. E, anche nella comunità transgender, c’è una sorta di esclusione delle persone transgender non medicalizzate, perché esistono moltissime persone transgender che ritengono che la realtà T non medicalizzata sia una realtà che non merita attenzione e cittadinanza. Mi fa piacere dire, invece, che noi dobbiamo combattere questo tipo di visione. Perché la parola “transgender” ha un senso politico e appartiene a noi tutti, indipendentemente dalle scelte che abbiamo operato in merito ai nostri corpi e al nostro percorso di autodeterminazione.
Per cui, continuiamo, come facciamo da sempre, a metterci in discussione e a mettere in discussione quelle logiche che ci dividono - e facciamolo con molta umiltà...

Giulia Terrosi

Continua su Il Simposio - L'essenziale è invisibile agli occhiDisponibile nelle versioni Kindle paperbackChi acquista la versione cartacea potrà avere in omaggio anche quella elettronica.