Con questo articolo, diamo
inizio a una nuova rubrica della rivista: una sezione focalizzata sul piacere erotico inteso come profonda
esperienza spirituale. Una rubrica che vuole, quindi, prendere le distanze
da una “spiritualità angelica e ieratica” (di stampo neoplatonico e/o manicheo)
per recuperare (e proporre) una
“religiosità incarnata” attraverso l’esplorazione della sacralità dei nostri corpi sessuati (anche
grazie alla teologia queer) e divulgare, così, una mistica del godimento.
Premessa
Il titolo di questa
rubrica è tratto da una un corposo volume della studiosa e attivista Riane Eisler, che analizza, in modo molto
approfondito e dettagliato, il rapporto tra la sessualità e la spiritualità,
partendo dalla preistoria per risalire fino ai giorni nostri.
Il sottotitolo,
invece, fa riferimento alla proposta del teologo Matthew Fox che, nel suo libro In
principio era la gioia, dedica più di un capitolo al recupero dell’arte di
assaporare il piacere.
Ma almeno altri due
testi sono sullo sfondo e fanno da substrato teorico a questa nascente rubrica:
la Teoria del corpo amoroso, del
filosofo Michel Onfray, e Dio nel cervello, dei ricercatori Andrew Newberg e Eugene d’Aquili.
Passiamoli brevemente
in rassegna.
Riane
Eisler: il recupero della nostra natura primigenia
Nel
volume Il piacere è sacro. Il potere e la
sacralità del corpo e della terra dalla preistoria a oggi, l’autrice
esordisce affermando che la sua ricerca si è sviluppata dal tentativo di
rispondere ai seguenti interrogativi: “Perché ci hanno insegnato a lungo che i
piaceri del sesso sono un peccato grave? Perché, perfino quando il sesso non è
condannato, come nella moderna pornografia, lo troviamo associato non all’amore
erotico ma alla mercificazione del corpo femminile? È sempre andata così?
Oppure ci fu un’epoca diversa, prima che il sesso, la donna e il corpo umano
fossero sviliti, degradati, mercificati? Che cosa veramente si nasconde dietro
allo stupro, all’incesto e ad altre forme di violenza? Come e perché sorsero
tali pratiche? E, questione ancora più importante, quali cambiamenti personali
e sociali possono sospingerci verso un modo più sano di strutturare i rapporti
sessuali?” (Riane Eisler, Il piacere è
sacro. Il potere e la sacralità del corpo e della terra dalla preistoria ad
oggi, 2012, Udine, Forum Editrice, pp, 36s). Queste domande hanno spinto la
Eisler a studiare a fondo l’argomento attraverso diverse discipline: la
biologia, la psicologia, la sessuologia, la sociologia, l’archeologia, la
mitologia, ecc. E soprattutto - come lei stessa afferma - “suscitarono in me
vivo interesse l’esperienza estatica e quella fantasia erotica presente in
tante tradizioni religiose orientali e occidentali. Gradualmente cominciai a
comprendere che il nesso tra sesso e
spiritualità ha radici antichissime”. Così, dopo una lunghissima e
dettagliata analisi di questo legame anticamente vissuto dall’umanità in modo
naturale e poi inquinato dalla violenza (con la conseguente degradazione del piacere
a stupro), nella seconda parte del libro si chiede: ora, dove possiamo andare? Per
poi concludere affermando: “Credo che questa risacralizzazione dei nostri corpi e dei nostri rapporti intimi sia
uno dei mattoni più importanti per la ricostruzione di una nuova spiritualità
della partnership nel contempo immanente e trascendente: una spiritualità rivoluzionaria in cui sia idealizzato il piacere sacro
e non il dolore che redime” (idem, p. 501)...
Mario Bonfanti
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