Non si spegne
l’interesse di questa rivista per Cinzia di Leo Ortolani (Bao
Publishing, 2018). Dopo l’intervista del nostro Nathan all’autore, non poteva
mancare l’esposizione di un altro punto di vista, da lungo tempo programmato
per questa rubrica.
Il fatto di non essere mai stata una
lettrice di Rat-Man ha
probabilmente influenzato il punto di vista della sottoscritta sul personaggio.
Conosco solo la “nuova” Cinzia. Quella “vecchia” mi è pervenuta soltanto sotto
forma di immagini ricercate su Google. In esse, l’eroina della serie a fumetti
compare iper-muscolosa, leopardata, con la mascella quadrata e un look
femminile molto iconico… senza contare le battute sulle dimensioni del pene.
Insomma, è nata come transessuale da
stereotipo, spunto per gag a carattere hot.
Il personaggio ha però guadagnato progressivamente spazio nella simpatia del
pubblico e nelle vicende di Rat-Man, fino a divenire una delle figure-cardine
della serie. Il graphic novel tutto
per lei è il coronamento di questa ascesa.
Non è difficile indovinare perché
Cinzia sia tanto amata. È arguta, sexy, piena di personalità. Ha imparato a
vivere e mostrare la propria essenza, in un mondo in cui si fa a gara a essere
tutt’altra persona da ciò che si è (ammesso e non concesso che si conosca se
stessi). Quel bacio che le diede Rat-Man, quando lei ancora faceva il postino,
aveva tutta la potenza di un’illuminazione
- nonostante il sapore boccaccesco della scena.
Nel graphic novel che porta il suo nome, Cinzia Otherside ha una
fisicità nuova: meno caricaturale, più fascinosa. È bellissima e dotata (in
ogni senso!). Ma il suo essere “speciale” è anche il suo più grande peso. La
sua cara amica Tamara, transessuale come lei, è felice e realizzata come cam-girl - e Ortolani non fa inopportuno
moralismo sulla cosa. Ma Cinzia cerca un lavoro “diurno” (animatrice,
impiegata….), perché non vuole essere valorizzata solo per la “merce”
spendibile sul mercato del sesso. Quella che, per Tamara, è libertà e
soddisfazione, per lei sarebbe un’umiliante costrizione. E qui si mostra la
dura realtà: la condizione di transgender è “oro puro”… solo per chi si adegua
allo stereotipo, al “come gli altri mi vogliono”. Cinzia osa varcare i limiti del “ghetto” e vivere fra le persone che si
ritengono “normali”. Che non le perdonano la trasgressione. Le aziende che
cercano personale da assumere le preferiscono ogni sorta di personaggio
improponibile. Nell’associazionismo LGBT, si ritrova insieme a lesbiche butch
che vogliono sindacare sul suo “essere donna”. Senza contare gli altri consoci,
che non sembrano minimamente interessati ai problemi della quotidianità
transgender...
Erica Gazzoldi
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