giovedì 28 febbraio 2019

Una Graphic Novel interamente dedicata a Cinzia



Quando approdai a Milano nel 2002, come studente imberbe (imberbe anche perché vivevo ancora come ragazza!) del Politecnico di Milano, scoprii la cultura Nerd, e, tramite il mio ex, conobbi Leo Ortolani e Rat-Man
cinzia transgender leo ortolani

È un fumetto che mi ha tenuto compagnia per tutto il mio percorso universitario.
Ricordo quando, iniziando a prendere consapevolezza della mia transgenerità, scrissi ad Ortolani per “riprenderlo” sulla sua rappresentazione di Cinzia e degli altri personaggi femminili. Avevamo avuto uno scambio cortese di idee.
Poi, dopo tanti anni, scopro per caso che è uscita una Graphic Novel interamente dedicata a Cinzia, e una cosa mi colpisce in particolare: la sua nuova immagine.
Il suo corpo è bello, nel suo essere marcatamente transgender, ma in modo non più volgare. Cinzia è decisalibera, ignora lo sguardo giudicante delle persone, donne e uomini che siano.



Vita transgender raccontata con ironia

Non è chiaro se Cinzia sia in un percorso medicalizzato o non lo sia (il fumetto dà maggiore spazio alle relazioni sociali della protagonista), ma rivedo in lei tutte le difficoltà che noi persone transgender con documenti difformi dobbiamo affrontare ogni giorno, come la ricerca di un lavoro che renda giustizia alla nostra formazione.
Emergono anche altri elementi, come la complicità della nonna, l’amicizia di un’altra donna transgender che si accontenta del fare la cam-girl (mentre Cinzia insiste a voler trovare un lavoro diurno), il sadismo della psichiatra che non vuole concedere la perizia e che pratica misgendering verso Cinzia, chiamandola col nome anagrafico Paul, la demenzialità delle associazioni nel perdersi in tematiche barocche e lontane dai bisogni delle persone, il sentire di non avere un posto in un mondo binario basato su due poli, quello maschile e femminile, opposti e complementari, la battaglia per la depsichiatrizzazione della condizione transgender, il lesbismo transescludente, la sofferta decisione di lavorare indossando panni e identità maschile, i deliri del complottismo “anti-gender” e un amore mediato da una menzogna sulla propria identità.
Il tutto è condito da un sapore di musical (iù meic mi fiiiil, laic e netural uomaaaan!) e dagli alleati: l’immancabile coinquilina trans e la task force “trucco e parrucco istantaneo”...


Nathan

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