In campo sociale, difficilmente chi patisce una
discriminazione la patisce per un motivo soltanto. Come i medici si sono resi
conto che non si aiuta il paziente trattando ogni malattia separatamente, così gli
attivisti sanno che non possono eliminare un solo fattore di discriminazione,
per migliorare la vita delle persone.
Gli intrecci tra i fattori di discriminazione sono classificati in diversi modi. Qui, ricalco la
terminologia del documento [1], il cui titolo, in italiano, significa: “La
discriminazione intersezionale nella legislazione UE sull’eguaglianza di genere
e sulla non discriminazione”.
Il documento individua tre possibili intrecci:
·
discriminazione multipla
sequenziale;
·
discriminazione multipla
additiva;
·
intersezionalità.
La discriminazione
multipla sequenziale è abbastanza banale: un uomo (non un maschio!) straniero
non può entrare in un club riservato alle donne (non alle femmine!), e non può
cercare un lavoro in cui si esiga la cittadinanza italiana. Le due discriminazioni
sono indipendenti e sperimentate in momenti diversi: fanno male, ma non si
rinforzano a vicenda. E (aggiungo io) è anche più facile trovare
giustificazioni per esse: per esempio, il lavoro in cui si esige la
cittadinanza italiana potrebbe avere a che fare con la difesa nazionale; un
club riservato alle donne potrebbe occuparsi di vittime della violenza di
genere.
La discriminazione
multipla additiva si ha quando più fattori indipendenti agiscono nello
stesso momento: il documento [1] porta ad esempio una donna omosessuale, che
può essere discriminata sia perché donna che perché omosessuale. Le due discriminazioni
sono contemporanee, ma, in linea di principio, separabili; come spiegherò poi, so
che l’esempio è debole.
L’intersezionalità
si ha quando i fattori di discriminazione perdono la loro indipendenza e creano
una discriminazione completamente nuova (Kimberlé Williams Crenshaw lo chiama
“svantaggio sinergico”). Prima, il documento portava ad esempio la donna omosessuale;
ora, invece, la donna di colore - che subisce il sessismo, come la donna
bianca, ed il razzismo, come l’uomo di colore.
La donna di colore indica, in questo caso, un individuo
in fondo alla scala sociale, al quale il sessismo ed il razzismo impongono
un’oppressione peculiare. La donna bianca (che non patisce il razzismo) e
l’uomo di colore (che non patisce il sessismo) non si trovano allo stesso
livello di lei e possono commettere discriminazioni a danno di chi gode di un
potere inferiore al loro...
Raffaele Yona Ladu
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