mercoledì 23 maggio 2018

"Le memorie di un presidente Milk..." di Nathan


Oggi, 27 gennaio 2018, è scaduto il mio terzo mandato come presidente. Ormai da mesi, avevo preso la decisione di non ricandidarmi. Ho individuato un ottimo successore in Leonardo Meda, che si è affiancato a me nel lavoro di far crescere il Milk già pochi mesi dopo dall’inizio della mia presidenza, e che ne incarna lo spirito inclusivo e la vicinanza ai temi B e T.
La mia avventura nell’attivismo LGBT è iniziata nel 2008. Prima di allora, avevo avuto molta difficoltà a comprendere la mia condizione, per via della poca informazione che circolava in rete. E perché, per le persone T di genetica XX, è più difficile auto-individuarsi come tali, per via della confusione sociale tra identità di genere e ruolo di genere, che fa sì che una persona XX “maschile” sia tollerata e inclusa dalla società, soprattutto se molto giovane, e non “pensata” come persona LGBT (o addirittura T). 
Quando iniziai ad individuarmi come persona T, sapendo che era possibile esserlo anche per noi XX (avevo visto un ftm in un talk show dell’anno 2000, e parlarne a scuola non mi aveva illuminato; poi, nulla per molti anni), e per noi XX attratti da uomini (avevo sentito parlare di Deborah Lambillotte, storica attivista translesbica, e avevo visto i film di Almodóvar), mi chiesi quali fossero gli spazi che avrebbero incluso una persona LGBT come me, in una condizione così particolare.
Nonostante, ai tempi (viste la giovane età e la corporatura non formosa), non avessi problemi di passing, era comunque difficile spiegare nelle associazioni la mia condizione. Trovai le uniche aperture da parte dell’allora Circolo di Cultura Omosessuale Milk Milano.
Fu il primo posto in cui mi sentii accolto, anche se (probabilmente, senza cattiva fede) mi sentii “spinto” ad espormi in un momento in cui non ero ancora pronto: non tanto perché non sapessi chi fossi, ma perché non sapevo quanto (essendo allora neolaureato e uno dei tanti “galoppini” a prestazione occasionale negli studi tecnici) volessi espormi come attivista transgender, in un momento in cui il mio aspetto già generava interrogativi in chi interagiva con me per lavoro.
Trovai un lavoro da dipendente e dedicai tutto il mio tempo libero all’attivismo. Poco dopo, il presidente di allora, Stefano, partì per il Nord Europa, per far crescere la sua professione. Ricordo le sue parole, il giorno delle sue improvvise dimissioni da presidente. Era il 2010 e io ero consigliere nel direttivo. “Ho 33 anni e sono stato presidente finché ne ho avute le energie“. Stefano scelse di nutrire la sua vita e la sua carriera, come me, dimissionario, guarda caso anch’io a 33 anni...

Nathan

Continua su: Il Simposio - Linee che s'intersecano. Disponibile nelle versioni Kindle e paperback.

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