lunedì 7 maggio 2018

"Come me non c'è nessuno: intervista con Anton Emilio Krogh" di Mario Artiaco


"Uno dei casi editoriali del 2017 che continua il suo viaggio nei sogni" 
anton emilio krogh intervista
Anton Emilio Krogh

1. Come me non c'è nessuno. Perché questo titolo? E raccontaci chi è Anton Emilio Krogh.

- È’ un titolo che potrebbe sembrare forte e pretenzioso; in realtà, l’ho deciso pensando al lettore e non all’autore. Ognuno di noi è assolutamente unico al mondo, quindi lo è ogni persona  che prende in mano il mio libro. 
Naturalmente, con un piccolo cambio, faccio anche il verso ad una famosa canzone e chi legge la storia ne comprende il collegamento. 
Anton Emilio Krogh è uno come tanti, che ha sempre amato “comunicare” le proprie emozioni e i propri pensieri e, ad un certo punto della sua vita, ha deciso di farlo anche attraverso le pagine di questo libro .

2. Come racconteresti il tuo libro in cinque righe?

- È un diario di formazione, l’evoluzione della vita di una persona (dall’infanzia all’età adulta) che, facendosi forza sulle ali di un sogno, riesce a trovare la sua giusta collocazione nel mondo.  Con una peculiarità: ogni rigo raccontato è realmente accaduto.
È soprattutto la storia di un adolescente che, grazie anche al suo sogno, trova la forza di ribellarsi alla  condizione borghese e non fa fatica a spezzare le catene di una società che lo voleva in un modo che lui scopre non essere il suo. La sua vera identità  sessuale emerge e, cavalcando quel “twist” scoperto per caso da bambino, la impone prima alla sua famiglia e poi al mondo, vivendo secondo natura e non secondo i diktat della società benpensante degli anni ‘80.

3. I sogni corrono e si rincorrono tra le pagine del tuo romanzo, della tua vita. Senza sogni non è vita. Cosa ti senti di dire a chi ha perso la speranza e a chi non è stato fortunato come te, non ha
avuto la tua stessa forza e determinazione, resilienza?

- I sogni sono il sale della vita. Senza i sogni, la vita sarebbe un piatto di pasta scondito. Purtroppo, crescendo, il più delle volte sulla scia di quella che gli adulti chiamano  “ragionevolezza”, i sogni si abbandonano negli angoli più marginali dell’esistenza. E questo è l’errore più grande che un essere umano possa fare . Io, forse, sono stato fortunato nel raggiungere il mio sogno; ma sono stato soprattutto molto determinato. Va poi aggiunto che, se un sogno non si avvera, si deve perseguire il successivo e, poi, il successivo ancora. Prima o poi, ne saremo ripagati, perché, al di là della ragionevolezza, “i miracoli accadono a chi ha il coraggio di fare richieste irragionevoli“...

A cura di Mario Artiaco

Continua su: Il Simposio - Linee che s'intersecano. Disponibile in formato Kindle e in paperback.

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