mercoledì 25 dicembre 2019

La (mia) perizia psichiatrica per le persone transgender



Premetto che avevo partecipato, all’epoca, alla stesura della Legge 164/82: erano tempi in cui il paternalismo ancora si manifestava con una certa evidenza (come , ad es., nei confronti delle donne che volevano abortire). Per quanto riguardava le persone transgender, si tendeva a voler  delegare l’ultima parola sulle loro decisioni a Giudici e Medici competenti.
Questa impostazione non mi piaceva e, nelle mie relazioni peritali, oggi come allora, ritengo che sia necessario valutare le capacità decisionali di una persona transgender  e di lasciare solo a questa  piena libertà di decidere
perizia psichiatrica transgender
Ho  scritto perizie da allora e ho seguito l’evoluzione sia del costume sociale che del pensiero giuridico.   Una volta, si parlava di capacità di intendere e di volere; oggi si preferisce  invece  parlare di capacità decisionali. 
Nel caso di persone maggiorenni, ben  informate e  in grado di decidere autonomamente, ritengo che spetti a loro e solo a loro scegliere la strada su cui desiderano proseguire la propria esistenza.
È chiaro che è forse la decisione più importante di una vita, che necessita di informazioni esaurienti, dettagliate, scientificamente valide. Tali informazioni saranno valutate approfonditamente dal Soggetto e l’esaminatore potrà aiutarlo a raccogliere tutti i dettagli e a verificare che tutto sia stato considerato.
Poi, da una posizione di totale neutralità, si lascerà la decisione finale  al Soggetto.
Per quanto riguarda la presenza o l’assenza di manifestazioni psicopatologiche tali da poter inficiare tale decisione, il discorso è altrettanto complesso.
Alcune psicopatologie gravi possono pesantemente interferire con una decisione di transizione: situazioni deliranti complicate, più o meno manifeste, possono determinare confusione, ambivalenza, percorsi  contraddittori, azioni incongrue e dannose.
Certamente, nella maggioranza dei casi che capitano sotto la mia osservazione, non si manifestano psicopatologie gravi: non si considerano tali le manifestazioni nevrotiche di disagio, disforia e ansia, ma devono essere invece portati alla luce i sintomi psicotici che interferiscono strutturalmente con la possibilità di una decisione ragionata...

Dott.ssa Roberta Ribali



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