Intersezioni
tra immigrazione e identità LGBT+
Nel famoso libro di Saint-Exupéry,
la volpe dice al piccolo principe: “La mia vita è monotona. Io do la caccia
alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si
assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. Così io mi annoio. Ma se tu
mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Riconoscerò il rumore dei
tuoi passi, che sarà diverso da quello di tutti gli altri: gli altri passi mi
fanno nascondere sotto terra; il tuo, invece, mi farà uscire dalla tana, come
una musica.” E al termine, salutandolo, pronuncia la famosissima frase, che
tutti conosciamo a memoria: “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col
cuore. L’essenziale è invisibile agli
occhi.” (Saint-Exupéry Antoine, Il
piccolo principe, New Compton Editori).
Substantia rerum.
Nella filosofia antica,
si utilizzava il termine substantia
(traduzione latina dell’hypokeimenon
greco) per indicare il fondamento
ontologico di un ente: ciò che non muta mai ed è propriamente e
primariamente inteso come suo elemento ineliminabile e costitutivo; distinto da
ciò che, al contrario, è accessorio, contingente (accidentale - secondo la
terminologia aristotelica) e visibile.
Da qui, nel linguaggio
comune, l’aggettivo “sostanziale” è divenuto sinonimo di “essenziale".
Il monaco benedettino
Willigis Jäger, all’inizio del libro L’eterna
saggezza, scrive: “L’esperienza del fondo
originario dell’essere, che si compie quale evoluzione non percepibile
razionalmente, è «energia-originale» che dà forma a tutte le realtà e le
strutture e offre a noi uomini la vera interpretazione della nostra vita.” E, subito
dopo, sottolinea che è proprio questo “fondo originario dell’essere” ciò che
indichiamo con il termine “Dio”:
questa invisibile energia che fa da sostrato originario a tutte le cose e va al
di là delle sue visibili e contingenti declinazioni religiose. (Jäger Willigis,
Sophia perennis. L’eterna saggezza. Il segreto
di tutte le vie spirituali, 2012, Verona Il Segno dei Gabrielli editori).
Potremmo, quindi,
porre un’analogia tra l’essenziale di
cui parla la volpe ne Il piccolo principe
e il termine Dio in tutti i suoi
nomi contingenti (Allah, Adonai, Brahman, Deva, Shen, ecc)...
Mario Bonfanti
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