sabato 10 ottobre 2020

Considerazioni sulla proposta di legge contro l'omotransfobia

In questi giorni il mondo lgbtqia italiano è preso dall’entusiasmo per la proposta di legge contro l’omotransfobia presentata dall’onorevole Zan (PD), entusiasmo che riteniamo decisamente ingiustificato e fuori luogo. Se la legge dovesse passare, sarebbe sicuramente un passo avanti, ma si tratterebbe di un passo molto piccolo e incerto. 

legge zan omofobia

Presentata come compendio delle due precedenti proposte (una dello stesso Zan e l’altra del M5S), il testo abbandona quasi tutto ciò che di interessante c’era per ridurre le richieste al semplice ampliamento della legge sui crimini d’odio anche a quelli basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Dell’idea, presente nella proposta grillina, di incaricare l’ISTAT di fare periodiche statistiche dei reati a sfondo omotransfobico (che avrebbe dato l’idea del fenomeno in modo incontrovertibile, disarmando coloro che sminuiscono questi crimini con la retorica del “caso isolato”) non c’è più traccia. Allo stesso modo è scomparsa l’idea di creare centri antiviolenza sul territorio per dare un reale aiuto alle vittime di omotransfobia. Restano solo le aggravanti per chi commettesse reati d’odio e una generica condanna dell’incitazione che, temiamo, resterà lettera morta anche qualora venisse approvata (basti vedere come vengono costantemente disattese le leggi contro la rifondazione di partiti fascisti e l’apologia di fascismo). Non c’è un solo accenno all’assistenza alle eventuali vittime (magra consolazione sapere che il proprio aggressore farà qualche mese di carcere in più, o dovrà pagare una multa, se poi si viene lasciati soli) e, soprattutto, non c’è nulla di preventivo: non un accenno a campagne educative nelle scuole, o sui media di stato, nulla contro i discorsi omotransfobici, nulla contro le terapie riparative. Si punisce solo (e con una multa non poi così pesante) l’incitazione all’odio e alla violenza e, sinceramente, ci sembra davvero troppo poco. Ma se pensiamo al fatto che il PD ha appena votato (insieme alle destre) il finanziamento delle scuole paritarie (per lo più cattoliche), capiamo facilmente il perché la proposta di legge sia stata ridotta a una cosuccia poco più che simbolica.
Perfino nei termini usati il relatore dimostra di essere arretrato rispetto al dibattito attuale: il testo parla di persone “lgbti”, escludendo asessuali e queer. E per fortuna che i piddini sono “progressisti”…


Enrico Proserpio


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