Premessa
Ancora una volta le persone LGBT+ si rivelano i “canarini nella miniera”. L’espressione nasce dall’uso dei minatori di portare nelle gallerie dei canarini in gabbia: avendo essi un apparato respiratorio ben più efficiente di quello umano, se si sprigionano gas velenosi essi muoiono quando gli umani fanno ancora in tempo a mettersi in salvo. Spero che i moderni rivelatori di gas tossici abbiano reso inutile quest’orrore – non si può dire altrettanto della sensibilità politica dell’umano comune.
I link sono quasi tutti dell’autore, le note tra parentesi quadre mie.
Traduzione
Per il mese della storia LGBT+:
di Daniel Adamson,
Dottorando in Storia, Università di Durham
Negli anni ’20 e ’30, nell’inibita Gran Bretagna, il comportamento omosessuale era illecito, e tale sarebbe rimasto fino al 1967, quando cambiò la legge in Inghilterra e Galles. Anche se la cultura gay era fiorente, era perlopiù sotterranea, e la comunità gay era obbligata a socializzare con una certa qual segretezza per evitare di essere scoperti e di rischiare la prigione.
Intanto Berlino era emersa dagli anni bui che seguirono la Prima Guerra Mondiale come un faro culturale che irraggiava creatività ed intellettualità, che attraeva pionieri nei campi della scienza, della psicologia, dell’arte e della letteratura. La capitale tedesca era inoltre un focolaio di edonismo in cui fiorivano le libertà sessuali e la cultura gay, ed in cui nuove forme eccitanti di musica e danza contribuivano alla febbrile atmosfera.
Visitando più volte questa metropoli liberale in questo periodo, un piccolo gruppo di giovani parlamentari britannici conservatori – tra cui Ronald Cartland, Anthony Muirhead e Robert Bernays – cominciarono ad assistere alla crescente persecuzione di alcuni gruppi in Germania, tra cui gli omosessuali e gli ebrei.
Questo gruppo di parlamentari conservatori fu spregiativamente chiamato i “Glamour Boys” nel 1938 proprio dal loro capo Neville Chamberlain, allora primo ministro. Chamberlain, che nell’autunno del 1938 sarebbe infine diventato l’architetto dell’appeasement, minacciò perfino quel gruppo di deselection [ovvero, di non ricandidarli alle successive elezioni]. La storia dei Glamour Boys mostra un esempio lampante di come l’establishment politico fosse pronto a denigrare pubblicamente i membri del suo stesso partito.
Eppure, ad onta del rischio di mettere in luce la loro stessa omosessualità in un’epoca in cui era illegale, i Glamour Boys espressero le loro preoccupazioni in parlamento per tutti gli anni ’30. L’ascesa del partito nazista al potere nel 1933 marcò la fine della Repubblica di Weimar che aveva assistito all’esplosione culturale di Berlino. Un giro di vite sulla cultura gay in Germania vide l’arresto degli omosessuali, nonché retate di polizia nei bar e nei night popolari...
Raffaele Yona Ladu
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