Il Natale, a pensarci bene, è la
celebrazione di un coming out. Lo fa
notare la teologa queer Marcela Maria
Althaus-Reidt, quando osserva come, dietro al mistero dell'incarnazione, c'è un
Dio che dice: «non posso essere Dio, ho un’altra identità, ho bisogno di essere
uomo»[1].
E davvero nessuna
esperienza di transizione è più radicale e più trasgressiva di quella di un Dio che si incarna e che,
nell'incarnarsi, accetta di diventare uomo e maschio.
«Dio nessuno l'ha
visto!» afferma l'autore del Vangelo di Giovanni al termine del suo prologo,
che, non a caso, esordisce dicendo parlando di qualcosa che non va veduto, ma
va ascoltato: quel “verbo” che «era in principio», che «era presso Dio», che
«era Dio». E un Dio che è davvero Dio non solo non lo si può vedere, ma non lo
si può nemmeno ingabbiare in categorie generate dalla logica umana, come quella
dell'esistenza o della non esistenza.
Matthias Stomer, Natività (1640 circa) |
Dio, se c'è, di certo
può anche non esistere, lasciava intendere un filosofo, di cui non riporto il
nome solo perché romperebbe il climax
del discorso[2]. In realtà, lui era
ancora più radicale e affermava che il Dio onnipotente della metafisica può tranquillamente esistere e non esistere
nello stesso tempo, visto che l'idea che esistenza e non esistenza siano
incompatibili è frutto di una logica, la nostra, che è nata per spiegare le
cose di cui facciamo un'esperienza sensibile: esperienza sensibile che non è certo applicabile a un Dio che, a
detta di tutta la teologia, se c'è, è trascendente.
Il primo coming out è quindi quello di un Dio che
abbandona la libertà della non-logica
e decide di esistere e di accettare le leggi della logica razionale.
Proprio perché Dio
nessuno l'ha visto, non c'è motivo di pensare che questo stesso Dio sia un Dio
personale simile a quello di cui parla la rivelazione cristiana:
dall'indefinito Brahman (di cui
parlano le Upaniṣad vediche), al Prodigioso Spaghetto Volante (dalle cui
appendici sono stati toccati i Pastafariani), sono tantissimi gli Elohim (il termine plurale con cui una
delle tradizioni bibliche parla di Dio) che non possono essere classificati come
“Iddii” personali...
[1] Tutti i
testi di Marcela Althaus-Reidt sono tratti da Per una teologia "Queer”: http://gruppodelguado.blogspot.it/2012/11/per-una-teologia-queer.html
(data di creazione 18/11/2012, ultima consultazione 20/12/2017).
[2] Si
tratta di Santino Caramella che affronta il tema dell'esistenza di Dio nel
testo Conoscenza e metafisica,
Palermo, 1966
Gianni Geraci
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