Il piacere ai tempi della censura mediatica
I sistemi dittatoriali si sono da sempre scagliati contro il godimento sessuale, condannandone ogni forma come depravazione e minaccia all’integrità morale di una nazione. Oggi, in Italia, non siamo sotto una dittatura; eppure, il piacere e il sesso vengono continuamente censurati.
La nascita della figura del Censore
La figura del Censore fu istituita nel 443 a.C. sulla base di una proposta presentata al Senato, per ovviare al problema sempre più pressante, del ritardo con cui venivano tenuti i censimenti.
Ecco come lo ricorda lo storico Tito Livio: «La censura si era resa necessaria non solo perché non si poteva più rimandare il censimento che da anni non veniva più fatto, ma anche perché i consoli, incalzati dall'incombere di tante guerre, non avevano il tempo per dedicarsi a questo ufficio. Fu presentata in senato una proposta: l'operazione, laboriosa e poco pertinente ai consoli, richiedeva una magistratura apposita, alla quale affidare i compiti di cancelleria e la custodia dei registri e che doveva stabilire le modalità del censimento.» (Tito Livio, Ab urbe condita, IV, 8).
I censori si occupavano principalmente del censimento della popolazione, della cura morum (cioè della sorveglianza sui comportamenti individuali e collettivi) e della lectio senatus (cioè la facoltà di decretare i candidati alla carica senatoriale ed eliminarne altri).
Con il declino e la caduta della Repubblica romana, la carica prima cadde in disuso, poi venne assunta direttamente dagli imperatori; infine, sotto Augusto, venne ripristinata.
Con la nota censoria, si punivano infrazioni nell'ambito della disciplina militare, gli abusi dei magistrati nei loro ruoli, gli eccessi nel lusso, ecc. Coloro che erano colpiti da tale provvedimento venivano espulsi dall'ordine dei senatori e dei cavalieri e potevano anche essere privati dei diritti politici, cioè di voto e di eleggibilità.
Dal Censore alla censura
L’istituto romano subì poi un’estensione semantica, cosicché, oggi, il riferimento al censimento si è completamente perso, per lasciare in primo e unico piano il significato di controllo/repressione...
Mario Bonfanti
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