“Omosessualità”
e “letteratura” sono due termini spesso accostati: probabilmente, perché l’arte
è proprio il portale ideale da cui far emergere le proprie pulsioni senza
essere accusati di squallore. O perché agli artisti la censura del senso comune
concede più facilmente di poter essere “diversi”, “tanto si sa che sono strani”
(come vuole un luogo comune).
Comunque sia, alcuni fra i più
illustri personaggi notoriamente omosessuali sono poeti. A tre di loro, Franco Buffoni ha voluto dedicare un
volumetto biografico: Due pub, tre poeti
e un desiderio. Per i cinquant’anni di Stonewall (1969-2019) e la nascita dei
Pride (Milano 2019, Marcos y
Marcos).
I tre poeti sono: George Gordon
Byron (1788-1824); Oscar Wilde (1854-1900);
Wystan Hugh Auden (1907-1973). Come recita la
quarta di copertina, le loro vicende vengono narrate da Buffoni come se le loro
tre vite fossero una sola. Ebbero in comune il fatto di essere “poeti e uomini
d’azione, grandi narcisisti e personaggi pubblici: presero coraggiose posizioni
politiche e civili e le difesero, vennero esaltati, adorati, ma conobbero anche
l’esilio e la polvere” (dalla quarta di copertina). L’unione delle loro
biografie è anche uno scorcio di storia dell’Inghilterra: come ricorda
l’autore, qui l’omofobia è attualmente un reato, ma (fino a cinquant’anni fa)
era reato l’omosessualità.
Dei due pub, uno (ovviamente) è lo Stonewall Inn di Christopher Street a
New York, che diede il proprio nome ai primi moti di liberazione delle
minoranze sessuali (1969). L’altro è lo White
Swan di Vere Street a Londra. Qui, l’8 luglio 1810, la polizia fece
irruzione e trovò il rev. John Church intento a celebrare un matrimonio fra due
uomini. Ecco cosa si celava dietro l’esclusività del locale, che era riservato
a clienti “iniziati”: la possibilità di incontri omosessuali per uomini. Ne
derivarono due esecuzioni capitali precedute da gogna e una serie di condanne
al carcere duro, sempre precedute da gogna. Quest’ultima era una pena
particolarmente dura per chi era accusato di sodomia: i passanti, ben lungi
dall’essere indulgenti come poteva avvenire in altri casi, amavano scagliarsi
contro gli omosessuali così esposti, sfigurandoli e provocando loro gravi
ferite, se non la morte. Non parliamo poi dei conseguenti suicidi, dei figli
costretti a cambiare cognome, delle famiglie ridotte in miseria. Di tutto
questo parla Buffoni. Due pub, due simboli della condizione delle minoranze
sessuali, fra repressione e ribellione. Quanto al desiderio, non c’è bisogno di
spiegare quale sia: è l’attrazione erotica per le persone del proprio sesso...
Erica Gazzoldi
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