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lunedì 16 marzo 2020

Due pub, tre poeti e un desiderio


“Omosessualità” e “letteratura” sono due termini spesso accostati: probabilmente, perché l’arte è proprio il portale ideale da cui far emergere le proprie pulsioni senza essere accusati di squallore. O perché agli artisti la censura del senso comune concede più facilmente di poter essere “diversi”, “tanto si sa che sono strani” (come vuole un luogo comune).
            Comunque sia, alcuni fra i più illustri personaggi notoriamente omosessuali sono poeti. A tre di loro, Franco Buffoni ha voluto dedicare un volumetto biografico: Due pub, tre poeti e un desiderio. Per i cinquant’anni di Stonewall (1969-2019) e la nascita dei Pride  (Milano 2019, Marcos y Marcos). 
franco buffoni due pub tre poeti e un desiderio
            I tre poeti sono: George Gordon Byron (1788-1824); Oscar Wilde (1854-1900); Wystan Hugh Auden (1907-1973). Come recita la quarta di copertina, le loro vicende vengono narrate da Buffoni come se le loro tre vite fossero una sola. Ebbero in comune il fatto di essere “poeti e uomini d’azione, grandi narcisisti e personaggi pubblici: presero coraggiose posizioni politiche e civili e le difesero, vennero esaltati, adorati, ma conobbero anche l’esilio e la polvere” (dalla quarta di copertina). L’unione delle loro biografie è anche uno scorcio di storia dell’Inghilterra: come ricorda l’autore, qui l’omofobia è attualmente un reato, ma (fino a cinquant’anni fa) era reato l’omosessualità.
            Dei due pub, uno (ovviamente) è lo Stonewall Inn di Christopher Street a New York, che diede il proprio nome ai primi moti di liberazione delle minoranze sessuali (1969). L’altro è lo White Swan di Vere Street a Londra. Qui, l’8 luglio 1810, la polizia fece irruzione e trovò il rev. John Church intento a celebrare un matrimonio fra due uomini. Ecco cosa si celava dietro l’esclusività del locale, che era riservato a clienti “iniziati”: la possibilità di incontri omosessuali per uomini. Ne derivarono due esecuzioni capitali precedute da gogna e una serie di condanne al carcere duro, sempre precedute da gogna. Quest’ultima era una pena particolarmente dura per chi era accusato di sodomia: i passanti, ben lungi dall’essere indulgenti come poteva avvenire in altri casi, amavano scagliarsi contro gli omosessuali così esposti, sfigurandoli e provocando loro gravi ferite, se non la morte. Non parliamo poi dei conseguenti suicidi, dei figli costretti a cambiare cognome, delle famiglie ridotte in miseria. Di tutto questo parla Buffoni. Due pub, due simboli della condizione delle minoranze sessuali, fra repressione e ribellione. Quanto al desiderio, non c’è bisogno di spiegare quale sia: è l’attrazione erotica per le persone del proprio sesso...

Erica Gazzoldi


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