Samuel Delaney è un noto scrittore di fantascienza omosessuale. Nella sua autobiografia The Motion of Light in Water, ci racconta di un episodio, avvenuto negli anni in cui il moderno movimento LGBT+ doveva ancora spiegare le ali, che ci permette di capire come e perché funzioni il giogo dell’oppressione eteronormativa e in che modo il Pride sia stato e rimanga l’unico modo per liberarcene.
Siamo negli Stati Uniti, in un tempo in cui gli incontri tra
uomini omosessuali avvenivano, per forza di cose, nel buio imbarazzato di un
parcheggio, nascosti tra un autotreno e l’altro: giusto per il tempo necessario
a strappare un fugace barlume di piacere al chiaro di luna.
Ad un tratto, la sirena ficcanaso della polizia colora lo
spiazzo di blu e rosso, mentre Delaney e compagnia fuggono mimetizzandosi tra
le ombre fuori dal parcheggio.
Delaney è sorpreso: il giorno seguente, i giornali riporteranno
solo una decina di arresti; ma, tra i fuggitivi, lo scrittore conta quasi un
centinaio di uomini.
Tra le file di veicoli parcheggiati, era difficile vedere
poco più del partner con cui si stava passando la serata e nessuno degli
avventori aveva idea di quante persone fossero effettivamente nascoste in quel
parcheggio: il numero era semplicemente sbalorditivo...
Marco Sassaro
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