Da anni, giustamente, le comunità omosessuali e bisessuali denunciano gli orrori delle terapie riparative, degli stupri correttivi e di tutti i parafernali di abuso travestiti da pseudo-scienza per “guarire” dal male dell'omosessualità.
Eppure, per una fetta della comunità omo\bi e diversi
attivisti, sembra che il diritto a non subire torture e vivere serenamente il
proprio orientamento erotico-affettivo non valga per le persone asessuali (o
ace). Negli scorsi mesi, ho assistito con estremo sgomento ad un’escalation di
violenza verbale, stalking e letterale persecuzione ai danni della comunità
asessuale.
Si può cominciare col caso (scoppiato in rete) di un
attivista gay che ha scritto pezzi in cui inneggiava al trattamento
psichiatrico obbligatorio delle persone ace e che (quando diverse persone hanno
cercato di interagire con lui per tentare di spiegare perché si sbagliasse) si
è dato a vere e proprie campagne di stalking e molestie sessuali online. Per
intenderci: parliamo di insulti ossessivi, minacce di stupro correttivo, invio
non richiesto di fotografie delle proprie parti intime e altre azioni del
genere.
Qualche reazione a difesa della comunità ace è stata
intrapresa da singoli individui in disaccordo con questa politica dell'odio,
dalle associazioni ace stesse e di alcuni gruppi online di persone civili. Le
grandi associazioni LGBT+, quelle che pretendono di rappresentare la comunità
tutta, sono rimaste in un agghiacciante silenzio.
Cosa che ha dato la stura ad un fiume escrementizio nel
quale anche attivisti storici si sono sentiti in dovere di aggiungersi al coro
di chi, come minimo, invoca il trattamento sanitario obbligatorio.
Questi sono esempi diventati celebri grazie alla cassa di
risonanza dei social media; ma la realtà che vivono le persone asessuali è
fatta di micro e macro violenze quotidiane. È fatta di energumen* che si
sentono in dovere di contattarle per convincerle che hanno solo bisogno di
scopare per cambiare idea, per informarle che con un bello stupro poi non
potranno più fare a meno di fare sesso, di comunicare (dall'alto della loro
laurea all'università della vita) che sono malate e hanno bisogno di cure. Di
molestie via web o di persona da parte di una grossa fetta di individui
assolutamente convinti di dover “convertire” la persona asessuale, di doverle
imporre non solo il sesso in sé per sé, ma anche il “corretto” modo di viverlo.
Sono i medesimi comportamenti di cui le comunità omo e
bisessuali sono stati vittime per decenni. Se dici che un gay è malato, sei un
mostro. Se dici che un lesbica ha solo bisogno di provare a essere penetrata da
un vero pene per tornare etero, sei un aguzzino. Giustamente, la comunità tutta
ti metterà alla gogna. Nel momento in cui questi comportamenti palesemente
discriminatori vengono messi in atto contro la comunità asessuale, il silenzio
è assordante, oppure ci si unisce al coro dell'infamia...
Aleister Erika Lupano
Continua su Il Simposio - La libertà del sole. Disponibile su Amazon come Kindle e cartaceo.
Nessun commento:
Posta un commento
Naturalmente, si prega di mantenere i commenti entro le comuni norme di decenza e di non scrivere alcunché di falso o diffamatorio. Altrimenti, i commenti verranno censurati.
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.