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giovedì 27 settembre 2018

"Psiche e sessualità nelle persone transgender giovani e giovanissime: un approccio medico" di Roberta Ribali


Milano, 2018

Nella nostra cultura scientifica, allo stato dell’arte di oggi, il binarismo  di genere maschio-femmina  appare concettualmente  da  accantonare, per lasciare posto a un approccio gender-fluid più corrispondente alla realtà che tutti noi, che ci confrontiamo da anni con queste tematiche, ritroviamo nella fenomenologia complessa dei nostri pazienti - e, forse, anche di noi stessi.  I termini “transgender” e “transessuale” rispecchiano ancora un certo binarismo, che sarebbe meglio accantonare, per essere pronti ad accogliere adeguatamente tutte le infinite sfumature e le sfide epistemologiche  che la realtà di fatto ci presenta oggi. 
dr. roberta ribali psicoterapeuta
Dr. Roberta Ribali

Per quanto riguarda l’identità di genere, attualmente possiamo usare i termini “disforia di genere “ e “varianza di genere” per denominare due situazioni che hanno in comune una discrepanza fra il genere cui il Soggetto sente di appartenere e il genere cui “dovrebbe” appartenere, secondo i criteri dettati dalle nostre regole sociali, strutturate e stratificate storicamente e culturalmente .
 Diverso è il vissuto individuale: disforia” indica un malfunzionamento, una sofferenza di cui il soggetto è portatore, a causa del suo sentire, mentre gender variant è il caso in cui tale discrepanza è vissuta individualmente - e soprattutto socialmente - senza evidenti disagi, come una varianza statistica.

Nemmeno il sesso biologico è binario. Esistono infinite sindromi complicate, con realtà cromosomiche  eterogenee che danno luogo a realtà di vita individuali polimorfe e fluide, che vanno sotto la denominazione  generica di intersessualità: è recente il caso di quella bimba nata XY, con vagina e  sindrome di Morris, che all’età di due anni è stata operata da solerti chirurghi che l’hanno mutilata dei suoi organi sessuali femminili per ricreare (non so come) un maschietto, che avrà sicuramente una vita molto, molto difficile…. Ma non è questo il nostro tema, anche se i criteri che noi medici siamo chiamati a proporre e seguire sono sostanzialmente simili. Rispettare lo sviluppo della personalità del bambino, senza costringerlo, con interventi autoritari o peggio con pasticci medico-chirurgici, a osservare le norme che noi adulti gli imponiamo, scegliendo per lui/lei, al  suo posto, per soddisfare nostre esigenze, che non sono necessariamente quelle volute dal soggetto che deve crescere nel rispetto di quello che si sente realmente...

Dr. Roberta Ribali- Neuropsichiatra e Psicoterapeuta-
CTU del Tribunale di Milano per le tematiche di Identità di Genere

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