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mercoledì 4 luglio 2018

"Discriminazioni multiple ed intersezionalità" di Raffaele Yona Ladu


In campo sociale, difficilmente chi patisce una discriminazione la patisce per un motivo soltanto. Come i medici si sono resi conto che non si aiuta il paziente trattando ogni malattia separatamente, così gli attivisti sanno che non possono eliminare un solo fattore di discriminazione, per migliorare la vita delle persone. 
discriminazioni multiple

Gli intrecci tra i fattori di discriminazione sono classificati in diversi modi. Qui, ricalco la terminologia del documento [1], il cui titolo, in italiano, significa: “La discriminazione intersezionale nella legislazione UE sull’eguaglianza di genere e sulla non discriminazione”.
Il documento individua tre possibili intrecci:
·         discriminazione multipla sequenziale;
·         discriminazione multipla additiva;
·         intersezionalità.
La discriminazione multipla sequenziale è abbastanza banale: un uomo (non un maschio!) straniero non può entrare in un club riservato alle donne (non alle femmine!), e non può cercare un lavoro in cui si esiga la cittadinanza italiana. Le due discriminazioni sono indipendenti e sperimentate in momenti diversi: fanno male, ma non si rinforzano a vicenda. E (aggiungo io) è anche più facile trovare giustificazioni per esse: per esempio, il lavoro in cui si esige la cittadinanza italiana potrebbe avere a che fare con la difesa nazionale; un club riservato alle donne potrebbe occuparsi di vittime della violenza di genere.
La discriminazione multipla additiva si ha quando più fattori indipendenti agiscono nello stesso momento: il documento [1] porta ad esempio una donna omosessuale, che può essere discriminata sia perché donna che perché omosessuale. Le due discriminazioni sono contemporanee, ma, in linea di principio, separabili; come spiegherò poi, so che l’esempio è debole.
L’intersezionalità si ha quando i fattori di discriminazione perdono la loro indipendenza e creano una discriminazione completamente nuova (Kimberlé Williams Crenshaw lo chiama “svantaggio sinergico”). Prima, il documento portava ad esempio la donna omosessuale; ora, invece, la donna di colore - che subisce il sessismo, come la donna bianca, ed il razzismo, come l’uomo di colore.
La donna di colore indica, in questo caso, un individuo in fondo alla scala sociale, al quale il sessismo ed il razzismo impongono un’oppressione peculiare. La donna bianca (che non patisce il razzismo) e l’uomo di colore (che non patisce il sessismo) non si trovano allo stesso livello di lei e possono commettere discriminazioni a danno di chi gode di un potere inferiore al loro...

Raffaele Yona Ladu

Continua su Il Simposio - Linee che s'intersecano. Disponibile nelle versioni Kindle e paperback.

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