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mercoledì 7 febbraio 2018

"Ishtar: una dea genderfluid?" di Erica Gazzoldi

Le mitologie antiche sono sempre fonti affascinanti per l’indagine della psiche umana e di ciò che essa è in grado di concepire. Lo sono, in particolare, per quanto riguarda la sessualità. 

            Nel campo dell’orientalistica, ci si può così imbattere in una figura divina molto particolare: la dea mesopotamica Ishtar, conosciuta anche come Inanna (presso i Sumeri) o come Shaushga (presso gli Hurriti dell’Anatolia sudorientale). Ella è associata, principalmente, all’amore e alla guerra, ma anche al cielo e alla vegetazione; nel mito sumerico detto Inanna agli Inferi, è sorella di Ereshkigal, regina dell’oltretomba, e ha ella stessa una fama ferale. Secondo l’assiriologo Giovanni Pettinato (2001), gli Inferi a cui Inanna deve recarsi per visitare la sorella potrebbero essere nient’altro che l’area montagnosa dell’attuale Iran, intesa come “paese del non-ritorno”. Lo stesso studioso (2001) associa più volte Inanna all’astro Venere. Esso, secondo il filologo e orientalista Wolfram von Soden (1985), è sempre presente nelle religioni semitiche antiche, fra le divinità astrali principali: il Sole, la Luna e - per l’appunto - Venere. Secondo i suoi studi, a quest’ultimo pianeta era associata - in Arabia meridionale - una divinità maschile; in Siria, invece, accanto al dio ‘Ashtar, esisteva la dea ‘Ashtart, poi affermatasi fino a rimanere l’unica. Abbastanza evidente è la somiglianza della radice consonantica di questi nomi con quella di “Ishtar”, nome assiro-babilonese della dea.
            Quest’ultima era la patrona della città-stato di Uruk (3500 - 3000 a.C.), in Bassa Mesopotamia, dove le era dedicato il complesso templare detto Eanna. Senza il favore - anzi, i favori - di Ishtar, nessun re poteva considerarsi veramente tale. Ne è testimone anche la celebre Epopea di Gilgamesh, la cui versione classica è del XII sec. a.C., è riportata su tavolette risalenti all’ ‘800-‘700 a.C. ed è stata rinvenuta nella biblioteca di Assurbanipal a Ninive, in Assiria... 


Erica Gazzoldi

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