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sabato 31 luglio 2021

Queering Pleasure

 Il diritto di godere fuori dagli schemi

Abbiamo celebrato da poco la Giornata Internazionale contro l’omobitransfobia (17 maggio) e ci apprestiamo, in Italia, all’annuale stagione dei Pride, proprio nel bel mezzo di una annosa querelle attorno alla proposta di legge (l’ormai notissimo DDL Zan) che vorrebbe ampliare le tutele previste dalla Legge Mancino anche per le persone LGBT+. 

queering pleasure

In un simile clima, in cui è difficile ottenere addirittura il minimo sindacale da uno stato civile (cioè la protezione di chiunque da forme di aggressione e violenza connesse alla propria diversità), oso parlare di piaceri non convenzionali in quanto teologo queer.

Teologia queer

Ma che cosa è la teologia queer?

Faccio una breve premessa: il termine “queer”, compare nell’inglese del XVIII secolo col significato di “strano”, “bizzarro”, “eccentrico”; e nel XIX secolo acquista l’accezione dispregiativa di “devianza sessuale”. 

Oggigiorno, all’interno del movimento LGBTIQA+, la parola “queer” ha un senso soprattutto politico (in senso alto e non partitico): viene utilizzato da chi rifiuta le tradizionali identità di genere, il binarismo, i ruoli tradizionali collegati al sesso biologico e quella normalizzazione (e - potremmo aggiungere - omologazione) imposta da una società eteronormativa e patriarcale.

Queer significa, così, devianza, nel senso di voler uscire fuori strada, deviare da percorsi consueti (normali, normativi e normanti), per osare sentieri diversi, altri, non battuti dalle masse. 

In questa direzione, la teologia queer si (im)pone sulla scena con la qualità della indecenza, in quanto approccio che rompe i canoni della decenza, per destabilizzare quell’assetto del potere patriarcale di dominio che caratterizza le chiese e la cultura eteronormativa dominante. La teologia queer non vuole parlare ad un target definito di persone, ma a tutti in maniera radicale, riproponendo la categoria evangelica dello “scandalo”, declinato in modo forte e destabilizzante, grazie alla presentificazione sulla scena teologica di quelle sessualità “devianti” (cioè non conformi) che sono state marginalizzate, represse e/o ignorate...


Mario Bonfanti


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venerdì 23 luglio 2021

Gesti d'amore

 Quando si pensa a un momento, a un’espressione per comunicare il proprio stato d'animo, un pensiero o un’azione, spesso non ci fermiamo a considerare il momento con la dovuta attenzione.

Fedez ddl zan

Arrivare a farlo, a compierlo, invece, è qualcosa che va ben oltre al fine stesso dell'atto o gesto in sé.

Saper unire  il pensiero all'azione in un modo che ancor di più rappresenti significativamente quel preciso atto è pura espressione di volontà costruttiva creativa ra/ir~azionale: un cocktail di estrema espressione artistica, d'animo e di cuore.


L'artista Fedez, in occasione del concertone del primo maggio, in diretta live come ogni anno su Raitre, si è espresso a favore del ddl Zan, andando incontro ad ogni possibile imprevisto.


Ebbene… sarà servito a qualcosa quel gesto? 

Ma, soprattutto, in Italia  la legge è davvero uguale per tutt*? [Continua...]


Stefano Belloni


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mercoledì 14 luglio 2021

Il Pride 2021!!

 Andavo al Pride, negli anni 90, vestita come mia zia, tacchi bassi e vestito scuro, partecipavo compunta e composta, sentivo di voler dare un messaggio di normalità, di un evento normale, per gente tutta “normale”.

Pride 2021

Erano momenti difficili per le persone LGBT che accorrevano ai primi Pride ed ancora più difficili per chi LGBT non era, o non lo era più di tanto.

Eppure, timidamente, c’era già il concetto del “tutti insieme”: e questo mi sembrava il momento centrale, il messaggio vincente , che già da allora faceva presagire questo bisogno di inclusione che oggi risalta lampante...


Dott.ssa Roberta Ribali


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martedì 6 luglio 2021

I Glamour Boys

 Premessa

Ancora una volta le persone LGBT+ si rivelano i “canarini nella miniera”. L’espressione nasce dall’uso dei minatori di portare nelle gallerie dei canarini in gabbia: avendo essi un apparato respiratorio ben più efficiente di quello umano, se si sprigionano gas velenosi essi muoiono quando gli umani fanno ancora in tempo a mettersi in salvo. Spero che i moderni rivelatori di gas tossici abbiano reso inutile quest’orrore – non si può dire altrettanto della sensibilità politica dell’umano comune.

I link sono quasi tutti dell’autore, le note tra parentesi quadre mie.

glamour boys

Traduzione

Per il mese della storia LGBT+:

Commemorando i ‘Glamour Boys’ – i parlamentari gay che misero in guardia la Gran Bretagna degli anni Trenta dal nazismo

di Daniel Adamson,

Dottorando in Storia, Università di Durham

Negli anni ’20 e ’30, nell’inibita Gran Bretagna, il comportamento omosessuale era illecito, e tale sarebbe rimasto fino al 1967, quando cambiò la legge in Inghilterra e Galles. Anche se la cultura gay era fiorente, era perlopiù sotterranea, e la comunità gay era obbligata a socializzare con una certa qual segretezza per evitare di essere scoperti e di rischiare la prigione.

Intanto Berlino era emersa dagli anni bui che seguirono la Prima Guerra Mondiale come un faro culturale che irraggiava creatività ed intellettualità, che attraeva pionieri nei campi della scienza, della psicologia, dell’arte e della letteratura. La capitale tedesca era inoltre un focolaio di edonismo in cui fiorivano le libertà sessuali e la cultura gay, ed in cui nuove forme eccitanti di musica e danza contribuivano alla febbrile atmosfera.

Visitando più volte questa metropoli liberale in questo periodo, un piccolo gruppo di giovani parlamentari britannici conservatori – tra cui Ronald Cartland, Anthony Muirhead e Robert Bernays – cominciarono ad assistere alla crescente persecuzione di alcuni gruppi in Germania, tra cui gli omosessuali e gli ebrei.

Questo gruppo di parlamentari conservatori fu spregiativamente chiamato i “Glamour Boys” nel 1938 proprio dal loro capo Neville Chamberlain, allora primo ministro. Chamberlain, che nell’autunno del 1938 sarebbe infine diventato l’architetto dell’appeasement, minacciò perfino quel gruppo di deselection [ovvero, di non ricandidarli alle successive elezioni]. La storia dei Glamour Boys mostra un esempio lampante di come l’establishment politico fosse pronto a denigrare pubblicamente i membri del suo stesso partito.

Eppure, ad onta del rischio di mettere in luce la loro stessa omosessualità in un’epoca in cui era illegale, i Glamour Boys espressero le loro preoccupazioni in parlamento per tutti gli anni ’30. L’ascesa del partito nazista al potere nel 1933 marcò la fine della Repubblica di Weimar che aveva assistito all’esplosione culturale di Berlino. Un giro di vite sulla cultura gay in Germania vide l’arresto degli omosessuali, nonché retate di polizia nei bar e nei night popolari...


Raffaele Yona Ladu


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