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lunedì 7 dicembre 2020

DON’T ASK DON’T TELL- Reticenze, menzogne e political correctness

Non si può dire tutto ciò che si pensa. O meglio: non si deve dire tutto ciò che si pensa. Poter dire è possibile: basta aprire la bocca e articolare le parole. Ma, nella realtà, c’è un filtro potente, inesorabile e ed inappellabile: sappiamo benissimo che esiste. 

don't ask don't tell

E sappiamo che non siamo liberi di esprimere tutto ciò che pensiamo.

Più di un secolo fa, qualcuno ha immaginato l’esistenza di un Super-io: un’istanza potentissima, che condiziona il nostro Io sia nelle azioni, sia (soprattutto) nei desideri, coscienti ed inconsci, e nel susseguente senso di colpa.

Oggi, abbiamo un nuovo padrone, nella nostra cultura, che si somma a questo, anche se su piani differenti: è il Politically Correct, una griglia che appartiene alla sfera della consapevolezza, e che viene applicata automaticamente, non ai nostri pensieri profondi, bensì alle nostre azioni e alle nostre esternazioni.

Dipende, nella sua struttura, dalla latitudine e dalla longitudine a cui ci troviamo, dal contesto politico, dal gruppo in cui ci muoviamo, ma anche modestamente dal tavolo di famiglia o dal bancone del bar su cui beviamo il caffè...


Dott.ssa Roberta Ribali


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