Vorrei parlarvi di due film di argomento yiddish: “Der Dybbuk” e “Yentl”. Il
primo è una storia d’amore tra due uomini sotto mentite spoglie, il secondo mette
in discussione i ruoli di genere nella società ebraico-polacca ottocentesca.
Sono film godibilissimi che hanno fatto la storia del cinema ebraico, ma
conoscere alcuni dettagli della dottrina cabalistica della reincarnazione aiuta
a capirli.
“Der Dybbuk” fu realizzato nel
1937 in Polonia, ed è prezioso anche per la colonna sonora, cantata da Gershon
Sirota (1874-1943), un famoso cantore morto nell’Olocausto, e di cui si
continuano a comprare i dischi e scaricare le incisioni. Il film si può
scaricare da https://www.youtube.com/watch?v=tjy7O9sA1TQ, in una versione con il parlato in yiddish ed i sottotitoli in inglese.
La fabula sembra molto semplice:
due grandi amici, Nisan e Sendler, si promettono di maritare i loro rispettivi
figli tra loro, quando li avranno – però Nisan muore in un naufragio dopo aver
concepito un figlio di nome Khanan, ma prima di aver avvertito Sendler, il
quale ha una figlia di nome Leah, ma scorda la promessa e, diventato un ricco
mercante, cerca per la figlia il marito più ricco possibile.
Khanan, ignaro della promessa, diventa uno studioso non solo della Torah ma anche della Qabbalah, di cui vuole imparare a
maneggiare i poteri oscuri, e vagando per la Zona di Residenza russa (da cui gli ebrei non potevano uscire senza un
permesso speciale), finisce nello “shtetl
= villaggio” di Sendler, dove incontra Leah. Se ne innamora, fors’anche
ricambiato, ma il suo amore impossibile lo porta alla morte.
La sua anima non si rassegna e diventa un “dibbuk” che entra nel corpo di Leah, possedendola (si dovrebbe dire
“aderisce” a lei, in quanto il verbo “dibbeq”,
da cui la parola “dibbuk”, vuol dire
“aderire”; dal medesimo verbo deriva la parola “devequt”, con un significato molto più positivo, in quanto
rappresenta l’“unione mistica” con Dio), ed impedendole di convolare a nozze
con il suo sposo (scelto dal padre)...
Raffaele Yona Ladu
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