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giovedì 10 ottobre 2019

Le Iene, Luxuria e la rappresentazione delle persone transgender



Come attivista transgender, che ha a cuore il tema della rappresentazione T nell’immaginario collettivo e tramite i media, e come persona che ha scritto sull’inclusione delle persone transgender nelle app e siti di dating, non posso tacere su quanto avvenuto durante una recentissima puntata del programma televisivo Le Iene, che ha messo in scena le (dis)avventure di una donna transgender all’interno del portale Tinder, con un approccio morboso fin dal titolo della candid camera.
La trasmissione ha coinvolto Vladimir Luxuria, donna transgender che non ha bisogno di presentazione. 
tinder e sorpresa vladimir luxuria le iene
Si inizia con una “candid camera” che ha come protagonista proprio Luxuria, coinvolta da una “Iena”, scelta donna per rendere il tutto più alla Sex and the City, anche se non c’è alcuna solidarietà tra donne, e la trivialità, come leggerete, rimane quella dei suoi colleghi maschi.

“Tinder e sorpresa” e l’iscrizione di Luxuria al portale

Dopo un’introduzione, totalmente gratuita, dove viene ricordato che Luxuria “all’anagrafe è Vladimiro Guadagno”, in sovraimpressione appare un titolo pecoreccio: “Tinder e sorpresa”, che, alludendo all’assonanza con l’omonimo ovetto di cioccolato, anticipa la candid: Luxuria si iscriverà a Tinder, riservando la “sorpresa” del genitale maschile ai gentlemen che la contatteranno.
Dopo un’intelligente riflessione di Vlady sul diritto di iscriversi come “trans” (anche se, in realtà, sarebbe meglio poter inserire “donna transgender” e “uomo transgender” come categorie distinte tra loro), le mie speranze che la candid prendesse una piega brillante sono state deluse.
Nel profilo Tinder appena creato, Luxuria viene descritta come donna con una “marcia” in piùtra tanti risolini della Iena, la quale chiarisce che stanno arrivando tante richieste di uomini interessati a “quella cosina lì”.
Alle chat di questi uomini, che dicono di “Non mettersi paletti”, la Iena risponde con squallide battute sui “paletti”, con allusioni falliche, chiarendo che presto saranno “cazzi” loro in senso letterale...

Nathan


Prosegue su Il Simposio - Diamanti. Disponibile on line nella versione Kindle paperback. Chi ne ordinerà una copia cartacea riceverà quella elettronica in omaggio.

XX XY



XX o XY: dal primo giorno di vita della nostra prima cellula, che darà luogo a Noi, siamo tutti (o quasi…) portatori di caratteristiche anatomico-fisiologiche specifiche e apparentemente binarie, che ci identificano convenzionalmente come Femmine o Maschi. È una convenzione, ma ha un potere determinante nell’indirizzare le nostre esistenze.     Da almeno 200.000 anni funziona così, quali che siano i contesti sociali, politici, storici in cui ci ritroviamo a nascere e a vivere le nostre piccole vite, perse oggi fra sette miliardi di altre piccole vite….
Le nostre vite sono piccolissime, si, ma assolutamente importanti: non solo per noi, ma per chi ci ha messo al mondo e per la società che ci accoglie, per la quale siamo necessari alla sua stessa sopravvivenza. Questo contesto accogliente ha strutturato nei millenni tutta una serie di regole, che dovrebbero facilitare l’inserimento armonico dell’individuo nello stream sociale dei diversi gruppi. In genere, più o meno, ha funzionato, in un continuo (e oggi rapidissimo) divenire di nuovi adattamenti
maschio o femmina
La neonata femmina biologica si ritrova, prima ancora di nascere, inserita in un percorso di aspettative parentali e di gruppo che ne stabiliscono innanzi tutto il nome, mai da lei scelto, ma deciso a volte già da generazioni. È pronto il corredino e, con esso, i sogni e le proiezioni dei genitori, preparati a faticare, a impegnarsi, a investire tempo e denaro per quella figliolina. Che crescerà bambina, adolescente e donna. Che svilupperà un quadro psico-ormonale che potrà prepararla alla sessualità, all’interno di percorsi  codificati, accettati ed accettabili dalla maggioranza omologata dei suoi simili. Attrazione per gli uomini, comportamenti “femminili” ben definiti, maternità dovuta.
Per i maschietti il percorso è specularmente identico, con criteri identificativi propri della mascolinità - e del maschilismo. La suddetta mascolinità si è sviluppata curiosamente in modo analogo anche in culture lontane, che non hanno avuto (a volte) quasi nessun contatto fra di loro: è andata così.
(In talune culture, esistono però anche altre modalità adulte, oltre a Donna e Uomo)...

Dott.ssa Roberta Ribali

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giovedì 3 ottobre 2019

Le persone transgender a Milano: quale prospettiva di dialogo con le istituzioni della città?




Lettera aperta alla cortese attenzione del Sindaco Beppe Sala e degli Assessori Filippo del Corno Laura Galimberti, Pierfrancesco Majorino e Cristina Tajani 


persone transgender milano


Gentilissimo Sindaco,
gentilissimi Assessori,
vogliamo anzitutto ringraziarvi per il vostro sostegno al Milano Pride - manifestazione alla quale il nostro circolo ha contribuito assieme a tante altre sigle e soggettività - che sempre più diventa evento della città tutta e non di un solo gruppo o di una categoria di persone. Abbiamo accolto con gioia quegli Assessori che hanno deciso di marciare al nostro fianco dietro lo striscione che quest’anno ha aperto la manifestazione con uno slogan significativo: “La prima volta fu rivolta!”. Nel ricordare il cinquantennale della nostra storia politica, quest’anno abbiamo voluto riconoscere l’importanza che la “T” ha avuto e ha tutt’oggi nell’acronimo “LGBTIQIA+”, ricordando che le persone transgender ebbero e hanno un ruolo fondamentale nella costruzione del nostro movimento.

Dal 2013, presso la nostra associazione, il Circolo culturale Alessandro Rizzo Lari, abbiamo avviato uno spazio denominato “Progetto Identità di Genere”, che offre supporto, orientamento e accoglienza a centinaia di persone transgender e gender non conforming a titolo del tutto gratuito e basandosi esclusivamente sul lavoro di volontari e sulle modestissime quote di tesseramento del Circolo per il pagamento degli spazi. Lavoriamo e operiamo presso la sede dello storico gruppo di cristiani omosessuali “Il Guado” in via Soperga 36.
Come realtà di persone che ogni anno segue e supporta concretamente la popolazione transgender, intendiamo avviare un dialogo con le istituzioni e con il Comune di Milano, sicuri di trovare ascolto. Riteniamo infatti che i tempi siano maturi perché Milano dialoghi istituzionalmente con quelle persone transgender che sono, prima di tutto, cittadine e cittadini...


Monica Romano – Attivista, scrittrice, candidata nel 2016 per il Consiglio Comunale a sostegno di Beppe Sala Sindaco
Circolo culturale Rizzo Lari (ex Harvey Milk)
Nathan Bonnì, Laura Caruso e Daniele Brattoli per il “Progetto Identità di Genere”

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