Pagine

mercoledì 11 settembre 2019

"Diurna": essere transgender alla luce del sole



Diurna, la transessualità come oggetto di discriminazione (editore Costa & Nolan, 2008) è un libro di Monica Romano, attivista transgender, femminista e scrittrice. 
monica romano diurna transessualità

Ho letto Diurna d’un fiato, in una notte, prendendo appunti,  senza riuscire a smettere.  Dentro, vi ho ritrovato, espressi in modo potente, dettagliato e documentato, gli snodi filosofici e politici, le chiavi interpretative – comuni a varie forme di oppressione -  che guidano i miei attivismi, i campi in cui ogni giorno mi muovo. Alla fine della lettura, la consapevolezza che tutti i meccanismi di oppressione, pur nella loro specificità, presentano caratteristiche comuni, che rendono evidente l’importanza di  un'alleanza dei corpi.
 Al contempo, ho provato sconforto, in quanto proprio il fatto che questo testo renda così chiari i termini del dibattito e della discriminazione porta a  focalizzarsi su quello che (a mio avviso) è il voluto  mantenimento di una determinata  ignoranza  sul tema transgender, a oggi ancora più estesa rispetto ad altre categorie di oppresse e oppressi.  Ritengo che il problema sia innanzitutto a livello istituzionale, in quanto la scuola, che dovrebbe essere uno degli strumenti fondamentali per veicolare conoscenza sugli aspetti cardine del nostro vivere comune, non offre programmi adeguati di informazione in tal senso, ma anche a livello mediatico, dato che, ancora oggi, delle persone transgender si continua a parlare prevalentemente in contesti di gossip, cronaca nera e con sfumature dal macchiettistico al morboso.


Il libro è potente, molto potente. Perché? Innanzitutto, perché travalica quello che spesso pare essere il massimo che si possa pretendere da un potere vigente: paternalismo e carità. Il fine non è tranquillizzare l’ordine ciseteronomartivo, ma scardinarlo. Infatti, già nella prefazione di Diana Nardacchione, si trova espresso il concetto per cui quando un potere non riesce più a difendersi, con la violenza o con la censura, cerca di ridurre il dispendio delle energie concedendo  la “tolleranza”, definita come quell’atteggiamento per cui viene concesso alle nuove idee di essere espresse, a patto che non mettano troppo in discussione l’ideologia vigente tacitamente o implicitamente considerata come sovraordinata, o normale, o naturale. Tuttavia, accadono poi i sovvertimenti, le  rivoluzioni, e il mondo può cambiare radicalmente, non soltanto nelle parole, e  i cosiddetti diversi non devono più preoccuparsi di proclamarsi innocui (nel senso di "non minanti l’ordine tradizionale"), in quanto i concetti di normalità e diversità non avranno più alcun senso logico, saranno un'illusione del passato...

Silvia Molè


Prosegue su Il Simposio - Diamanti. Disponibile on line nella versione Kindle paperback. Chi ne ordinerà una copia cartacea riceverà quella elettronica in omaggio.


Nessun commento:

Posta un commento

Naturalmente, si prega di mantenere i commenti entro le comuni norme di decenza e di non scrivere alcunché di falso o diffamatorio. Altrimenti, i commenti verranno censurati.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.