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lunedì 8 luglio 2019

Intervista con Monica Romano

Il tuo libro Gender (R)Evolution, uscito nel 2017, sta riscuotendo un grande successo. Infatti, è un bellissimo intreccio tra storia personale, tappe fondamentali dell'attivismo transgender e teoria dedicata. Un libro importante in quanto, a livello mediatico, ci pare un tema scarsamente trattato. Proprio per questo, ti chiederei di illustrarci innanzitutto i concetti di transessualità e transgenerità.

monica romano intervista


Intanto, ti ringrazio per aver apprezzato la mia ultima fatica, Gender (R)Evolution, per la casa editrice Mursia.
Veniamo ai concetti di transessualità e transgenerità.
Riporto un estratto dal mio sito web www.monicaromano.it:

Il termine transessuale fu coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1857-1959) e con la pubblicazione del libro Il fenomeno transessuale del dottor Harry Benjamin, pubblicato nel 1966, entrò nel linguaggio comune. La parola ha quindi un’origine medicalizzata.
La letteratura scientifica definisce transessuale la persona portatrice di un disagio cronico rispetto alle caratteristiche primarie e secondarie derivanti dal sesso di nascita, disagio risolvibile soltanto modificando tali caratteristiche attraverso gli strumenti che la scienza e la medicina mettono a disposizione.
Il percorso di transizione, che consiste nel cambiare le caratteristiche sessuali primarie e secondarie (attraverso terapie ormonali e interventi chirurgici) così come quelle legate al genere sociale d’appartenenza (adeguando l’abbigliamento e il comportamento alle aspettative sociali legate al genere nella società di riferimento), ha lo scopo di permettere alla persona transessuale di vivere la sua identità di genere reale, quella definita “d’elezione”.
Assumendo come punto di riferimento l’impostazione binaria dei generi culturalmente dominante, la transizione può percorrere due direzioni. Esistono pertanto persone biologicamente maschi che adeguano il corpo, l’esteriorità e l’identità sociale alla propria psiche, andando verso una femminilità fisico-estetica-genitale, internazionalmente identificate con l’acronimo MTF (Male to Female, da maschio a femmina) e persone biologicamente femmine che intraprendono un percorso in senso opposto, internazionalmente identificate come FTM (Female to Male, da femmina a maschio). Le persone MTF oggi si definiscono donne transgender, mentre le persone FTM uomini transgender...


Intervista a cura di Fallacielogiche.it

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lunedì 1 luglio 2019

I sei generi del Talmud


Mi lamento spesso di dover combattere su due fronti. In questo caso, il primo fronte è quello di chi sostiene il binarismo dei sessi e dei generi come se fosse intrinseco alla civiltà “giudaico-cristiana”, senza rendersi conto che la realtà ebraica (perlomeno) è assai più complicata. L’altro fronte è quello di chi, per troppo entusiasmo, dice che i generi del Talmud sono 8 anziché 6. 
talmud gender
Breve spiegazione di cos’è il Talmud = Studio: gli Ebrei sostengono che, sul Sinai, Mosè ricevé non solo la “Torah scritta”, ovvero il Pentateuco, ma anche una “Torah orale” che completasse, commentasse e talvolta correggesse la “Torah scritta”. I biblisti che non sono ebrei ortodossi sono giunti da tempo alla conclusione che il Pentateuco non fu dettato tutto in una volta circa 1.300 anni prima di Cristo ed è semplicemente plausibile che, prima e dopo la redazione definitiva del Pentateuco (probabilmente eseguita su richiesta delle autorità persiane, che esigevano che ogni popolazione del loro impero multiculturale redigesse un codice delle loro leggi e tradizioni, che fosse di guida ai satrapi che dovevano governarle), ci siano state tradizioni che non furono messe per iscritto, ma hanno continuato a tramandarsi ed arricchirsi, dando luogo alla cosiddetta “Torah orale”.


Nel 2° secolo dopo Cristo, Giuda il Principe ordinò che la “Torah orale” fosse messa per iscritto, in quanto, dopo la distruzione del Tempio e la crescita della Diaspora ebraica, il rischio che fosse dimenticata divenne molto concreto. Questa trascrizione fu chiamata Mishnah = Ripetizione. Essa diede luogo a molte elucubrazioni e commenti, che furono infine raccolti in quella che viene detta Gemarah = Compimento”. Di “Gemarot” ce ne sono due: una redatta in Mesopotamia, una in Terra d’Israele/Palestina – prima che entrambe le regioni fossero conquistate dagli arabi nel 7° Secolo EV. Esse, accompagnate alla “Mishnah”, danno luogo al “Talmud babilonese” (il più autorevole) ed al “Talmud palestinese/gerosolimitano”.
Il Talmud ed il Midrash (raccolte di commenti sempre provenienti dalla “Torah orale”) sono per gli ebrei rabbaniti (quasi tutti gli ebrei di oggi – le eccezioni che conosco sono i caraiti e gli etiopi) fonti autorevoli per commentare la Bibbia e decidere come comportarsi; il problema che voglio affrontare nell’articolo è il sistema dei generi nel Talmud.
La maggior parte delle persone è uomo o donna cisgender e l’Ebraismo informa il suo sistema giuridico a questa dualità. Si rende però anche conto che non tutte le persone si possono ricondurre ad essa: oltre ai maschi ed alle femmine cis, il Talmud riconosce quattro categorie di persone che potremmo oggi definire “generi di intersessuali”... 


Raffaele Yona Ladu


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