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mercoledì 30 giugno 2021

Chi era Deborah Lambillotte?

 Deborah Lambillotte (4 marzo 1954 - 28 luglio 2016) è una figura centrale per le rivendicazioni sociali delle persone transgender. Di origine belga ed ebraica, ha fondato in Italia Arcitrans (1998) ed è stata la prima socia transgender del circolo Arcilesbica Zami di Milano. Per approfondire la sua figura, abbiamo deciso di parlarne con un suo grande amico, il copywriter e direttore creativo Paolo Rumi.



  1. In che occasione hai conosciuto Deborah?
    Potrei dire di essere stato un amico di famiglia. Ho conosciuto Debbie quand’era ancora Philippe, ossia un uomo felicemente sposato. Era amica di alcuni tra i miei migliori amici e fu proprio una serata con loro in discoteca, la Nuova Idea, a far scattare in lei la decisione di non nascondersi più e far partire il percorso che portò poi alla riassegnazione di genere. Vide –ancora da uomo- che non era l’unica a vivere quella realtà e avere quel problema!
    Devo dire però che non mi fece immediatamente effetto in quel periodo, forse perché avvertivo un dissidio o qualcosa che “non funzionava” in lei.
    Fui piuttosto a far colpo su lei e, per la chimica che si sviluppa tra esseri umani, fu lei a scegliere poi me e il mio compagno come sparring partner e amici di fiducia durante tutto il suo periodo di transizione.
    Questo fu per noi un onore e siamo diventati amici di famiglia, anzi: la sua famiglia.
    Vengo da una generazione che ha fatto propri i temi della liberazione sessuale e, oltre ad un compagno stabile da 30 anni, avere amiche intime lesbiche o addirittura una donna trans era uno dei desideri più grandi della mia vita. Realizzato grazie alla mitica Deborah.

  2. Come mai lei teneva tanto a sottolineare le proprie origini ebraiche?

Credo fosse tutt’uno col suo carattere inclusivo, con la carica di energia e l’interesse a porsi domande nella vita tipico della cultura ebraica, specie se progressista (l’interpretazione critica è un’attitudine fondamentale di quella cultura)...


A cura di Erica Gazzoldi


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mercoledì 23 giugno 2021

Alle nuove generazioni trans*

 Alle nuove generazioni trans*, alle mie giovani sorellə e fratell*



Soltanto la verità che mai nessuno verrà a dirvi in faccia: voi siete trans* e una significativa parte di questo mondo vi disprezza. E se domani morirete a seguito di un'aggressione, ci saranno molte persone che si sentiranno sollevate dopo aver letto la notizia su qualche giornalaccio, perché penseranno che ve lo siete meritato. 

La verità è che ci sono persone là fuori che pensano che noi tutt* meritiamo di morire per ciò che siamo, che meritiamo di continuare a subire violenza, che meritiamo di vivere e di spegnerci ai margini della società, ben nascostə e lontanə dagli occhi dei benpensanti. 

Coloro che oggi dichiarano di non voler sostenere il DDL Zan perché si potrebbe migliorare il testo ma di condannare comunque fermamente la violenza nei nostri confronti, MENTONO...


Monica J. Romano


martedì 15 giugno 2021

Esce "Il Simposio - Arcobaleni"

 Questo Simposio esce nel mese del Pride. Il titolo si riferisce proprio agli arcobaleni che tingono questo periodo, a simboleggiare l’armonia nella varietà. Sventolare i colori della rainbow è un atto relativamente innocuo per noi in Italia, ma è costato carissimo all’attivista egiziana Sarah Hegazi (1989-2020), che questo numero ricorda con una poesia. Di poesia si rivestono anche i sassi, quando richiamano memorie d’amore.

Il simposio LGBT arcobaleni

    Il Pride 2021 viene visto con gli occhi della dott.ssa Roberta Ribali e dei suoi ricordi. Qualche parola viene spesa anche per le esternazioni del cantante Fedez, che hanno suscitato tanto scalpore.

    La campagna Aiutami ad essere chi sono concentra l’attenzione sulla costante lotta esistenziale delle persone transgender, mentre Queering Pleasure argomenta il diritto di “godere fuori dagli schemi”.

    È stato poi doveroso rimembrare Deborah Lambillotte, storica attivista transgender. Monica J. Romano parla invece alle nuove generazioni, perché non dimentichino l’importanza del proprio diritto a esistere e della lotta perché esso venga riconosciuto.

    La vicenda dei cosiddetti Glamour Boys sottolinea il ruolo delle minoranze sessuali come “canarini da miniera”, che avvertono in anticipo l’intossicarsi del clima storico-sociale.

    Buon Pride e post Pride a tuttǝ!


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